IN ALTO IL CARIGE – IL TRIBUNALE DI GENOVA HA REVOCATO LA SOSPENSIONE DEL CDA, MA CIMBRI E MONTANI, CHE CON BPER CONTROLLANO L'ISTITUTO, NON GIOISCONO: SI TRATTA DI UN PROVVEDIMENTO, NON DI UNA SENTENZA, CHE NON ENTRA NEL MERITO DELLA QUESTIONE DI PRESUNTA ILLEGITTIMITÀ SOLLEVATA DA MALACALZA – IL CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE NON È ANCORA RICONOSCIUTO COME LEGITTIMO, SEMPLICEMENTE I GIUDICI HANNO RITENUTO CHE L’ATTIVITÀ DELLA BANCA NON POTESSE PIÙ ESSERE INTERROTTA…

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Francesco Margiocco per “la Stampa”

 

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Il nuovo cda di Carige torna operativo, ma non gioisce. Dopo che il 26 luglio aveva sospeso la nomina del consiglio d'amministrazione della banca e la decisione, dell'assemblea degli azionisti, di rinunciare all'azione di responsabilità contro gli ex amministratori, il tribunale di Genova ieri ha revocato quella decisione.

 

Carige affida il commento a un comunicato stampa in cui scrive di avere accolto con «soddisfazione l'emissione del citato provvedimento, che consente la ripresa dell'attività (...) in vista dei prossimi impegni gestionali e strategici».

 

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Sono due i principali impegni rinviati a causa della sospensione di luglio: l'approvazione dei conti semestrali e, più ancora, il completamento della fusione con Bper che ne ha acquisito l'80% delle azioni. Su nessuno dei due il comunicato si sbilancia, limitandosi a scrivere che «al riguardo (la banca) si riserva ulteriori comunicazioni».

 

La banca è laconica perché quella di ieri del tribunale non è una sentenza ma un provvedimento, non entra nel merito della questione di presunta illegittimità sollevata contro Carige dalla Malacalza Investimenti.

 

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L'ex primo azionista l'11 luglio aveva impugnato la nomina del consiglio d'amministrazione e la decisione di rinunciare con una transazione all'azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori di Carige Castelbarco e Montani, quest' ultimo attuale amministratore delegato di Bper, la banca che oggi controlla Carige all'80%.

 

In un primo tempo, il 26 luglio, il tribunale aveva sospeso quegli atti. Ieri ha revocato la sospensione, ma non ha respinto l'istanza dei Malacalza, né ha riconosciuto il cda come legittimo. Non ancora, almeno. Si è limitato a valutare il pericolo della sospensione decisa a fine luglio e ha ritenuto che interrompere l'attività della banca fosse più pericoloso che non lasciarla proseguire con un consiglio d'amministrazione forse censurabile.

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Sul merito si pronuncerà in una fase successiva, quando non è noto e da fonti vicine ai Malacalza traspare fiducia: «I dubbi sulla validità della nomina del cda e della decisione di rinunciare all'azione di responsabilità rimangono». La banca da ieri può comunque riprendere il proprio lavoro in piena legittimità. Aspettando la sentenza del giudice.

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