LO SCUDO ANTI SPREAD DELLA BCE
(ANSA) - Nei prossimi mesi, l'aumento del costo del denaro fara' salire i tassi di interesse praticati dalle banche sui nuovi mutui ma gia' negli ultimi giorni - secondo un'analisi della FABI - si sono registrati picchi attorno al 3%. "L'incremento dei tassi deciso dalla Bce ha l'obiettivo di contrastare l'aumento dell'inflazione, ma allo stesso tempo mettera' in difficolta' le famiglie sia per il pagamento delle rate dei mutui a tasso variabile gia' erogati, che subiranno progressivi incrementi, sia per quanto riguarda l'accesso a nuovi prestiti, che avranno costi maggiori". Afferma il segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni.
Si va quindi incontro a una importante inversione di tendenza - rispetto al trend degli ultimi anni: nel 2018, la media dei tassi di interesse - ricorda la FABI - sui mutui era pari al 2,26% e' poi progressivamente calata nei tre anni successivi, scendendo all'1,88% nel 2019, all'1,69% del 2020, all'1,59% del 2021, per poi cominciare la risalita gia' a maggio scorso con gli interessi medi arrivati all'1,61%, ma negli ultimi giorni si sono registrati picchi attorno al 3%.
Secondo Sileoni "per le banche, quindi, potrebbe essere sempre piu' difficile concedere denaro per l'acquisto di abitazioni e questo avra' gioco forza una ricaduta sul mercato immobiliare che corre il rischio di ingessarsi. A complicare la situazione, non dimentichiamo le regole della stessa Bce sui crediti bancari, regole che in piu' di una occasione ho criticato perche' - afferma il segretario generale della FABI - rappresentano un pesante limite allo sviluppo e alla crescita del nostro Paese".
(ANSA) - La pandemia non ha frenato il mercato dei mutui alle famiglie. Negli ultimi due anni e mezzo le banche, nonostante le difficolta' legate al Covid anche sul piano economico, hanno erogato - secondo un'analisi della FABI - 34 miliardi di euro di nuovi prestiti ipotecari, con una crescita del 9%. Il totale dei finanziamenti per l'acquisto di abitazioni e' passato da 383 miliardi di fine 2019 ai 417 miliardi di maggio 2022.
L''importante sviluppo del mercato dei mutui e' stato certamente favorito - segnala la FABI - dai bassi tassi di interesse, che hanno fatto aumentare anche il credito al consumo di 1,9 miliardi (+1,8%) e gli altri prestiti alle famiglie di 6,1 miliardi (+4,5%). Complessivamente, le banche hanno erogato liquidita' aggiuntiva alle famiglie per 42 miliardi, facendo salire l'ammontare degli impieghi da 630 a 672 miliardi (+6,67%). Nello stesso periodo, anche i prestiti verso le imprese sono cresciuti, ma a un ritmo piu' contenuto, pari al 6,1% corrispondente a un aumento di 38 miliardi.
Lo stock degli impieghi delle banche al settore privato, dunque, ha raggiunto quota 1.342 miliardi, in aumento di oltre 81 miliardi (+6,2%), Andando piu' indietro con l'analisi, nell'ultimo quinquennio, il ricorso al credito delle famiglie italiane e' aumentato costantemente, attratte da costi appetibili e politiche economiche europee e nazionali accomodanti.
Il trend dei tassi interbancari ha certamente favorito l'accesso al credito e sostenuto la crescita costante di quella fetta di finanziamenti destinata ai privati, con un boom del 3,5% nel 2021 che nulla ha a che fare con l'atteggiamento cauto di chi, in periodo di crisi, non dovrebbe essere a caccia di nuovo debito. Lo stock di prestiti complessivamente destinati a famiglie e aziende e' passato da 1.304 miliardi del 2018, a 1.261 miliardi del 2019, a 1.308 miliardi nel 2020, per poi proseguire la risalita a 1.325 miliardi a fine 2021 e a 1.342 di maggio 2022. Gli ultimi dati del 2022 hanno quindi confermato una crescita alla stessa velocita' dell'anno precedente e pari all'1,3% e per un ammontare totale quantificato in 16,6 miliardi.