Estratto dell’articolo di Iacopo Scaramuzzi per www.repubblica.it
Con un’iniziativa più unica che rara papa Francesco ha scritto una lettera all’intero collegio cardinalizio per chiedere, sulla scia della riforma delle finanze vaticane avviata dopo il Conclave del 2013 e portata avanti nonostante qualche “tentazione di immobilismo e rigidità”, uno “sforzo ulteriore” per l’azzeramento del deficit, la “riduzione dei costi”, una “gestione trasparente” capace anche di “reperire risorse esterne” per la missione di ciascuna istituzione, nonché la redistribuzione dei ricavi dagli enti che hanno registrato un avanzo di bilancio.
Il deficit in aumento nel breve e lungo periodo
papa francesco nomina nuovi cardinali
Come anticipato da Repubblica a luglio, nel 2023 il disavanzo operativo è stato di 83 milioni di euro (1.152 milioni di euro i ricavi operativi, 1.236 milioni le spese operative), solo cinque milioni più dell’anno precedente grazie a spending cut e valorizzazione del patrimonio immobiliare. Nel lungo periodo, però, si preannuncia una dieta dimagrante dovuta tra l’altro al previsto calo delle offerte e al peso della spesa previdenziale.
Ritorno alle origini
Nella lettera firmata lunedì scorso, 16 settembre, il Papa si rivolge ai 236 cardinali presenti a Roma e in tutti i continenti in ragione della loro “funzione di assistere il Romano Pontefice nel governo della Chiesa universale”: “Nonostante le difficoltà e, a volte, quella tentazione di immobilismo e rigidità di fronte al cambiamento, tanti sono stati i risultati conseguiti in questi anni. Vi ringrazio per l’aiuto che avete dato e continuate a dare”, scrive Francesco, che ricorda che il tema della riforma delle finanze vaticane fu posto nelle riunioni che precedettero il Conclave che lo elesse Papa nel 2013 [...]
PAPA FRANCESCO - UDIENZA GENERALE
Il Papa non menziona il caso della compravendita-truffa di un palazzo al centro di Londra che lo ha già indotto a trasferire i fondi della Segreteria di Stato sotto l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica (Apsa).
Uno “sforzo ulteriore”
Le richieste fatte allora da “tanti esponenti nel Collegio Cardinalizio” sono risultate “lungimiranti”, chiosa il Papa, “e hanno permesso di acquisire una maggiore coscienza del fatto che le risorse economiche al servizio della missione sono limitate e vanno gestite con rigore e serietà perché gli sforzi di quanti hanno contribuito al patrimonio della Santa Sede non siano dispersi. Per queste ragioni”, prosegue Francesco, “è doveroso ora uno sforzo ulteriore da parte di tutti affinché un “deficit zero” non sia solo un obiettivo teorico, ma una meta effettivamente realizzabile”.
Tagliare il superfluo
Nella missiva al collegio cardinalizio il Papa tocca una serie di questioni concrete. “La riforma ha posto le basi per l’attuazione di politiche etiche che consentano di migliorare il rendimento economico del patrimonio esistente”, scrive. “A ciò si accompagna l’esigenza che ciascuna Istituzione si adoperi per reperire risorse esterne per la propria missione, facendosi esempio di una gestione trasparente e responsabile al servizio della Chiesa”.
Papa Francesco dopo un incontro ufficiale in Vaticano
Quanto alla “riduzione dei costi”, occorre “dare un esempio concreto affinché il nostro servizio sia realizzato con spirito di essenzialità, evitando il superfluo e selezionando bene le nostre priorità, favorendo la collaborazione reciproca e le sinergie”. Le istituzioni della Santa Sede, ancora, “hanno molto da imparare dalla solidarietà delle buone famiglie”, perché “gli Enti che registrano un avanzo dovrebbero contribuire a coprire il deficit generale”. [...]
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