ANCHE I TEDESCHI BARANO – LA GERMANIA LANCIA L’ULTIMATUM A VOLKSWAGEN: ELIMINATE ENTRO 10 GIORNI IL SOFTWARE TRUFFA O VI FERMIAMO LE AUTO – ATTESO NELLE PROSSIME ORE L’ELENCO UFFICIALE DEI MOTORI AI QUALI È STATO ABBINATO IL TAROCCATORE DI EMISSIONI

La filiale italiana della casa tedesca per ora tace. In via cautelativa è stato disposto il blocco della vendita dei modelli con motori Euro 5 ancora presenti in magazzino (circa 2.500 macchine), mentre sugli Euro 6 non ci sono problemi…

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Giuseppe Bottero per “la Stampa

 

martin winterkorn amministratore delegato volkswagen martin winterkorn amministratore delegato volkswagen

La data da cerchiare in rosso sul calendario è il 7 ottobre: Volkswagen ha dieci giorni per «ripulire» le sue auto diesel o la Germania ritirerà i permessi di circolazione. L’ufficio automobilistico federale (Kba) spedisce a Wolfsburg un messaggio che ha il sapore dell’ultimatum: per evitare un divieto clamoroso - scrive l’edizione domenicale della Bild - la seconda casa automobilistica al mondo dovrà eliminare in tempi record il software che trucca i controlli e far tornare le emissioni all’interno dei parametri nazionali. Una corsa contro il tempo: le macchine nel mirino sono almeno 2,8 milioni. 

MATTHIAS MULLER MATTHIAS MULLER


«Vw sapeva dal 2011»
Se la Kba usa il pugno di ferro, il nuovo boss Volkswagen è pronto a fare altrettanto. «Faremo un’operazione di pulizia spietata», scrive Matthias Mueller in una lettera ai dipendenti. Di fianco alla sua firma c’è quella di Bernd Osterloh, potente capo del consiglio di fabbrica. Per neutralizzare gli effetti della truffa che per il Financial Times è destinata a diventare «la madre di tutti gli scandali», Mueller promette di attuare gli standard «più rigidi». La strada è in salita, perché le pressioni su Wolfsburg continuano a moltiplicarsi, in un crescendo di rivelazioni e accuse. Secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung i vertici Vw sapevano tutto fin dal 2011. Altre indiscrezioni spostano la data al 2007, quando Bosch, avrebbe avvisato del «device» illegale.

L’alt di Londra ai test Ue 
E mentre sui test l’Europa continua a muoversi in ordine sparso - Londra è pronta a bocciare le prove su strada - l’Italia conferma la linea dura. «Non temo ripercussioni sulla nostra crescita - dice da New York il premier Matteo Renzi -. E’ nelle mani degli italiani». La pensa così anche Romano Prodi, e il patron della Tod’s Diego Della Valle, intervenuto a L’Intervista su Sky Tg 24, taglia corto: «Non credo ci saranno conseguenze».

In queste ore la sede del Volkswagen Group Italia è però inondata da richieste di chiarimenti e l’ad Massimo Nordio, che segue la linea del silenzio imposta dal quartier generale di Wolfsburg, ha comunque inviato una «informativa riservata» a tutti i concessionari per invitarli «a sospendere momentaneamente la vendita delle vetture in stock, ancora omologate Euro5, il cui motore diesel tipo EA 189 potrebbe essere interessato al caso».

 

Si tratta di circa 2500 vetture (anche dei marchi Audi, Seat, Skoda e Vw Commerciali). I modelli recenti, già catalogati Euro6, continuano quindi a essere regolarmente distribuiti. Lo stop alle vendite è stato deciso a titolo precauzionale, in attesa della lista ufficiale che indichi con esattezza su quali motori è stato applicato il defeat device. L’elenco è atteso già oggi, al più tardi domani. Tutte le auto vendute sono contraddistinte da sigle che ne rendono relativamente agevole l’identificazione: i proprietari verranno immediatamente contattati e il software sarà soggetto a revisione, naturalmente a carico di Volkswagen.

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