Estratto dell'articolo di Teodoro Chiarelli per “La Stampa”
I treni ad alta velocità di Italo entrano a far parte dell'impero di Gianluigi Aponte. Msc compra la metà di Nuovo Trasporto Viaggiatori. Il colosso mondiale della logistica, dello shipping e delle crociere ha firmato un accordo vincolante per l'acquisizione del 50% del gruppo ferroviario dal fondo Usa Gip, che però non esce di scena. Gli americani conservano una partecipazione intorno al 35%, insieme ad Allianz con l'11,5%, Luca Cordero di Montezemolo, Alberto Bombassei e Isabella Seragnoli ciascuno con circa lo 0,6%.
Escono Flavio Cattaneo, Giovanni Punzo e Peninsula Capital. Italo avrà una governance congiunta fra Msc e gli altri soci, mentre Montezemolo rimarrà presidente e Gianbattista La Rocca amministratore delegato. La valutazione complessiva di Italo supera i 4 miliardi di euro compresi i 900 milioni di debito. Nel 2018 Gip l'aveva acquistato per 1,98 miliardi. L'operazione dovrà avere ora il via libera dagli enti regolatori nazionali ed europei.
«Questo accordo dimostra il nostro impegno di lunga data per l'Italia e il sostegno al trasporto ferroviario passeggeri ad alta velocità nel Paese - ha detto il presidente del gruppo Msc, Diego Aponte, figlio di Gianluigi - Crediamo fortemente nel potenziale di Italo. L'intesa riflette l'obiettivo del nostro gruppo di sviluppare ulteriormente modalità di trasporto sostenibili, sia per i passeggeri che per le merci».
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Italo-Ntv fu fondato nel 2006 con l'obiettivo di competere sull'Alta velocità con i Frecciarossa di Fs. Il debutto sui binari avvenne il 28 aprile del 2012 sulla tratta Napoli-Milano. La società ha realizzato nel 2022 oltre 700 milioni di ricavi e un ebitda di 225 milioni. La compagnia opera con 51 treni Alstom, (25 Agv e 26 Evo), 1.400 dipendenti, una rete che copre 59 stazioni in 48 città e 118 collegamenti al giorno.
Una scalata infinita, quella di Aponte. E con Italo aggiunge un'altra perla alla sua collana di compagnie di navigazione cargo, navi da crociera, società di traghetti, terminal portuali, agenzie marittime, agenzie turistiche, tour operator, società ferroviarie, poli tecnologici e di cybersecurity, società di logistica. Un colosso, con sede operativa a Ginevra, che impiega 180 mila persone, con 675 sedi in 155 paesi, con 760 portacontainer che scalano 520 porti su più di 260 rotte commerciali, trasportando ogni anno circa 23 milioni di Teu (unità di misura dei container da venti piedi).
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Lo scorso anno la Mediterranean Shipping Company Holding ha realizzato 86,4 miliardi di euro di ricavi consolidati aggregati, con un utile netto di 36,2 miliardi e un ebitda di 43,2 miliardi. Conosciuto al grande pubblico per le navi da crociera di Msc e per l'offerta, andata a vuoto, di rilevare la ex Alitalia insieme con Lufthansa, Aponte è uno dei più importanti operatori economici in Italia.
E già guarda a nuove prede: gli interporti del Nord Italia. I suoi competitor vendono? Lui è pronto a comprare, in Italia e nel mondo. Prossimi obiettivi? Crescere nella logistica e controllare tutti i gangli del trasporto delle merci (navi-porti-ferrovie-cielo). Ma, soprattutto, Aponte non ha abbandonato l'idea di diventare un primario operatore aereo.
L'operazione Ita è fallita, ma si sussurra di un tentativo da parte del governo di reimbarcarlo, in qualche modo, nell'operazione. Non è sfuggito agli osservatori più attenti il lungo colloquio che Giorgia Meloni ha avuto durante il recente Salone Nautico con Alfonso Lavarello, amico personale dell'armatore ginevrino e suo consigliere fidato in importanti operazioni strategiche.
Lo stesso Aponte ha dichiarato lo scorso maggio in un'intervista alla Stampa di aver pianificato l'acquisto di nuovi aerei cargo. «Da carico ne abbiamo quattro, più altri quattro in arrivo e fanno otto. Per le merci l'approccio è diverso rispetto ai passeggeri. Bisogna fare un discorso globale. Serve il controllo di tutta la catena: le navi, ma anche i terminal portuali e i treni per raggiungerli».
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In realtà c'è chi parla di un possibile interessamento di Msc per Tap, la compagnia aerea portoghese che Lisbona ha rimesso sul mercato. […]
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