Estratto dell'articolo di Antonella Donati per “la Repubblica”
SUPERBONUS EFFICIENTAMENTO ENERGETICO
Lavori fatturati a ignari condomini che hanno scoperto solo per caso di aver ceduto crediti fiscali per interventi mai realizzati. Ditte non operative che risultavano al lavoro su immobili che non erano nella disponibilità di chi avrebbe dovuto approvare l'appalto. Stalle fatte passare per villette completamente ristrutturate nelle quali, in realtà, non è mai stato aperto alcun cantiere. Una creatività in materia di frodi fiscali sui bonus edilizi che, a quanto pare, non ha limiti.
È questo il quadro che emerge dal dossier che la Guardia di Finanza ha consegnato alla Commissione Bilancio del Senato, che sta esaminando il decreto Aiuti quater con le norme in materia di Superbonus. Norme che potrebbero cambiare, di nuovo, a breve: il governo lavora a una proroga al 31 dicembre della finestra per presentare la Cilas per ottenere il 110% anche nel 2023, e a un ritocco del meccanismo di cessione dei crediti per liberare i cassetti fiscali delle banche, ormai saturi.
Le indagini avviate dalla Gdf con l'Agenzia delle entrate hanno consentito di sottoporre a sequestro preventivo crediti d'imposta inesistenti per oltre 3,6 miliardi di euro, dal novembre dello scorso anno ad oggi. I casi più ricorrenti, oltre a quello dei lavori edilizi fatturati e mai avviati, hanno riguardato immobili sui quali sarebbero stati eseguiti gli interventi agevolati non riconducibili ai beneficiari originari delle detrazioni, e lavori edilizi incompatibili con le dimensioni imprenditoriali dei soggetti che li avrebbero effettuati e che avrebbero praticato lo sconto in fattura.
Tra i casi più recenti, quello che ha portato al sequestro preventivo di crediti per un miliardo di euro tra Roma e Foggia. Lo schema di frode ricostruito dalla GdF è emblematico: due società immobiliari riconducibili al medesimo imprenditore, proprietarie o conduttrici di centinaia di immobili con un basso valore catastale (stalle), hanno emesso reciprocamente, in poche settimane, fatture per un imponibile di diverse centinaia di milioni di euro concernenti acconti su lavori che in concreto non risultavano essere mai stati realizzati. […]