Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per www.lastampa.it
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
Arriva la versione finale del Decreto lavoro inviata alla Ragioneria dello Stato per la «bollinatura» finale prima di venire trasmessa al Quirinale ed essere quindi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale per entrare poi subito in vigore.
La versione finale conta in tutto 47 articoli, una decina in più delle bozze circolate in precedenza: c’è ovviamente la conferma del taglio del cuneo fiscale assieme a qualche ritocco qua e là e a diverse novità.
La prima riguarda un giro di vite sui compensi ed i trattamenti di fine mandato degli amministratori delle società quotate controllate dal ministero dell’Economia. L’articolo 43 del Dl Lavoro introduce infatti nuove «Disposizioni in materia di diritti dell’azionista e contenimento dei costi».
Ed in particolare viene specificato che «nell’esercizio dei diritti dell’azionista inerenti all’approvazione della politica di remunerazione, il Mef esercita il diritto di voto al fine di assicurare il contenimento dei costi di gestione».
Per quando riguarda la definizione dei compensi agli amministratori delle società, bisognerà quindi «privilegiare le componenti variabili direttamente collegate alle performance aziendali e a quelle individuali rispetto a quelle fisse», mentre per quanto riguarda l’entità «delle indennità e degli emolumenti in qualunque modo denominati corrisposti a causa o in occasione della risoluzione del rapporto di lavoro riconducibile alla volontà del lavoratore e nei casi di fine mandato» l’indicazione che verrà data è di escluderle o comunque di limitare i casi, frenando eccessi che in tempi passati hanno fatto spesso discutere.
claudio descalzi foto di bacco (17)
Nel caso questa norma entri in vigore prima dell’8 maggio verrà applicata già a partire dalle prossime assemblee di Poste, Leonardo, Enel ed Eni già tutte convocate tra l’8 ed il 10 di maggio.
Sempre l’articolo 47, al primo comma, prevede poi che i gettoni di presenza per la partecipazione alle attività di società che rientrano nel perimetro della pubblica amministrazione concorrono al calcolo del reddito che in base alla legge per i dirigenti pubblici non deve superare il tetto fissato a 240mila euro.
La norma si applicata a tutte le amministrazioni comprese nell'elenco Istat che definisce i confini delle amministrazioni pubbliche e comprende tra le tante società come Rfi e Anas, la Rai e Cinecittà spa, il Gestore dei servizi energetici, la Sogin, e poi Enac, Sogei e Fintecna. […]
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI MEME SULLA BOCCIATURA DELLA RISOLUZIONE SULLO SCOSTAMENTO DI BILANCIO