AVVISATE STELLANTIS E CHI PENSA DI FARE AFFARI DA PARI CON I CINESI: PRIMA O POI TI MAGNANO COME UN INVOLTINO PRIMAVERA - IL GRUPPO “GEELY”, PROPRIETARIO DI VOLVO, VUOLE IL CONTROLLO DELLA JOINT VENTURE "NOVO ENERGY", VARATA CON LA STARTUP SVEDESE NORTHVOLT (IN CRISI). APPROFITTANDO DELLA CRISI DEL GRUPPO EUROPEO, GEELY SI PAPPERÀ TUTTO IL CONGLOMERATO, PARTECIPATO ANCHE DA VOLKSWAGEN – UN MONITO PER L’EX FIAT, CHE SI È MESSA IN AFFARI CON LEAPMOTOR, PER UNA JOINT VENTURE SULLE AUTO ELETTRICHE…

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Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per “La Stampa”

 

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La crisi di Northvolt non conosce freni e Volvo ne approfitta. Il principale produttore di batterie elettriche d'Europa è in crisi di liquidità e il colosso cinese Geely, proprietario del costruttore svedese di autovetture, fiuta l'affare su Novo Energy, la joint venture varata con la startup fondata nel 2015 da Peter Carlsson e Paolo Cerruti.

 

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Volvo ha notificato a Northvolt la decisione di invocare il suo diritto di acquisire le azioni della svedese nella jv, dopo che la società non ha rispettato i suoi obblighi di finanziamento dei progetti posti in essere, violando l'accordo tra azionisti.

 

Una mossa che rafforza la posizione di Pechino sul fronte dell'elettrificazione in Europa. E che, come lasciato intendere dagli analisti di Toronto Dominion, rischia di avere un impatto sulla transizione green promossa dall'Ue.

 

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[…] Northvolt sarebbe vicina a concludere un round emergenziale di finanziamento pari a circa 300 milioni di dollari. L'obiettivo, riportano altre fonti legali, sarebbe quello di completarlo entro venerdì 8 novembre, con l'obiettivo di stabilizzare la precaria situazione.

 

Nelle ultime settimane, Northvolt ha comunicato un ridimensionamento delle sue operazioni in Europa e Nord America, dove la società aveva programmato di costruire un apparato produttivo tale da competere con i produttori cinesi a costi inferiori.

 

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Tuttavia, i piani di espansione sono stati compromessi da una serie di ostacoli operativi e dalla diminuzione della domanda di veicoli elettrici in mercati chiave, come quello europeo. Ne deriva il licenziamento di 1.600 dipendenti, il 20% della forza lavoro, e il ridimensionamento degli obiettivi minimi.

 

A fronte del clima di incertezza, Geely ha deciso di spingere sull'acceleratore. Ora l'obiettivo è quello di conquistare l'intero capitale di Novo Energy, con lo scopo di costruire una fabbrica di batterie a Göteborg, sulla costa occidentale della Svezia.

 

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Il progetto era comune, e a partire dal 2026 si prevede che la gigafactory possa raggiungere una capacità di produzione di 50 GWh, fra le più elevate d'Europa.

 

E un totale di batterie capace di equipaggiare circa mezzo milione di veicoli elettrici. «Questa azione segue una violazione dell'accordo tra gli azionisti delle parti», ha affermato Volvo in una nota. Non solo: «Qualsiasi produzione di batterie presso Novo Energy dipende dalla partecipazione di terzi o altri partner», ha dichiarato la casa senza aggiungere commenti. La determinazione di Volvo, a detta degli addetti ai lavori che stanno seguendo le trattative, è marcata.

 

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Il possibile contagio delle malversazioni dell'impresa svedese può avere ripercussioni diffuse in tutto il settore europeo delle batterie elettriche. Primo, perché potrebbe minare i conti del primo azionista della startup, ovvero Volkswagen, e di tutte le entità che hanno investito in Northvolt, come la Compagnia di San Paolo. Secondo, perché chiude un'altra possibilità per le società europee di entrare nel mercato di riferimento.

 

Le tribolazioni di Northvolt hanno quindi implicazioni geopolitiche, in quanto dopo la dipendenza dal gas russo - le cui conseguenze sono state evidenti dopo l'invasione in Ucraina - ci potrebbe essere quella dall'elettrico cinese.[…]

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