1 - LO SPREAD TRA BTP E BUND APRE STABILE A 229 PUNTI
(ANSA) - Lo spread tra Btp e Bund apre stabile a 229 punti base. Il rendimento del decennale italiano scende al 3,76%, rispetto al 3,79 della chiusura di ieri.
2 - LA BCE GETTA ACQUA SUL FUOCO MA IL BTP PUNTA VERSO IL 4%
Maximilian Cellino per “il Sole 24 Ore”
«Una serie calibrata in più fasi rispetto a un numero inferiore di aumenti dei tassi ma di misura maggiore» ha meno probabilità di generare effetti negativi sul meccanismo di trasmissione della politica monetaria.
Ha il suo bel da fare Philip Lane, capoeconomista e anche uno dei membri più influenti (e più accomodanti) del Consiglio direttivo della Banca centrale europea, nel tentare di gettare acqua sul fuoco: il mercato sembra ormai convinto che l'Eurotower andrà dritta per la propria strada nella prossima riunione dell'8 settembre con una stretta che, secondo alcuni, potrebbe replicare i 75 punti base a cui più volte è ricorsa la Federal Reserve.
A convincere gli operatori hanno del resto contribuito le recenti esternazioni di alcuni fra i banchieri centrali che invece sono in prima fila nel sostenere la necessità di una mossa più energica sul costo del denaro dell'Eurozona per frenare l'arrembante avanzata dell'inflazione.
CHRISTINE LAGARDE JEROME POWELL
Le parole pronunciate nel finesettimana da Isabel Schnabel durante il simposio di Jackson Hole (dove non era presente la presidente, Christine Lagarde) non avevano fatto molto per bilanciare le affermazioni esplicite di due «falchi» del calibro dell'olandese Klaas Knot e dell'austriaco Robert Holzmann a sostegno di un aumento di 75 punti base.
I mercati si allineano ai «falchi»
«Guardando al mese prossimo rialzi di 50 punti base sembrano essere il minimo sia per la Bce, sia per la Fed che si incontra il 21 settembre, con addirittura uno scenario di 75 punti base da prendere in considerazione per entrambe le Banche centrali», conferma Thomas Hempell, Head of Macro and Market Research di Generali Investments.
E sulla stessa linea d'onda si sintonizzano anche gli analisti di Algebris quando ritengono che «a seguito del discorso di Schnabel un rialzo di 75 punti a settembre diventi l'ipotesi di base e che il mercato dovrà prezzare ulteriori incrementi di tale misura, aprendo ulteriori margini di rialzo per i tassi europei».
Gli operatori sembrano del resto essersi rapidamente adeguati al nuovo scenario: assegnano ormai una probabilità superiore al 50% a una stretta di tre quarti di punto la prossima settimana e si aspettano che il tasso ufficiale possa raggiungere l'1,45% a fine anno e addirittura il 2,15% nel corso del 2023.
E i riflessi sui titoli di Stato sono stati immediati come dimostra il balzo di oltre 10 centesimi ieri del BTp a 10 anni, che è tornato a puntare la soglia del 4% già superata a giugno spingendosi fino al 3,86% per poi attestarsi sul finale a quota 3,80 per cento.
Un movimento, quest' ultimo, che ha in fin dei conti stavolta poco a che vedere con le possibili (e comprensibili) tensioni nei confronti del nostro Paese con l'approssimarsi della scadenza elettorale.
Il rendimento del Bund ha difatti registrato un rialzo analogo, riportandosi sempre sulla scadenza decennale all'1,51% e non lontano dall'1,75% raggiunto ormai due mesi fa, mentre lo spread Italia-Germania si è mantenuto sostanzialmente invariato a 229 punti base. Il tutto a confermare che il «problema» risiede per il momento nella svolta aggressiva che la Bce è pronta a imprimere alla propria politica monetaria.
In arrivo aste e inflazione
A farne le spese, in ogni caso, rischia di essere fin da subito il Tesoro italiano che oggi, dopo l'anteprima della scorsa settimana con titoli a breve scadenza, torna in asta con un compito più impegnativo e soprattutto oneroso. Saranno infatti collocati BTp a 5 e 10 anni per un ammontare complessivo fino a 6,75 miliardi (oltre a CcTeu per ulteriori 1,25 miliardi) a rendimenti che saranno verosimilmente ben superiori a quelli registrati un mese fa.
Sul resto dei mercati occorre invece registrare un'altra seduta debole per le Borse europee, con Piazza Affari (-0,24%) in grado di resistere alle vendite leggermente meglio di quanto siano riuscite a fare le altre europee (-0,59% Parigi e -0,83% Francoforte). Il tentativo dell'euro di riagganciare la parità col dollaro è invece un'altra conseguenza dell'atteggiamento più intransigente della Bce, che sarà immediatamente messo alla prova sui dati relativi all'inflazione di agosto in arrivo oggi (Spagna e Germania) e domani (Italia e Francia, oltre a quello complessivo dell'Eurozona).