Rosario Dimito e Umberto Mancini per “il Messaggero”
Una settimana o poco più. Poi la trattativa con i Benetton entrerà nella stretta finale. La revoca della concessione, nonostante le perplessità del Tesoro e i forti dubbi dell'Avvocatura, resta sullo sfondo, se non altro come arma finale; ma Atlantia, che ha offerto il taglio dei pedaggi e più investimenti in manutenzione, prepara anche un piano B per evitare il peggio: cedere il controllo di Autostrade così come chiedono Pd e M5S.
Una mossa che il prossimo cda della holding potrebbe formalizzare, decidendo così di andare sotto la soglia del 50%, restando quindi con una quota minoritaria. Difficile immaginare se questo piano andrà effettivamente in porto o se il governo, spaccato sul da farsi, finisca con il rinviare ancora. Di certo, dopo una lunga riflessione, l'opzione è sul tavolo ed è stata portata all'attenzione del Tesoro, di Palazzo Chigi e del ministero dei Trasporti.
giuseppe conte roberto gualtieri mes
Del resto, le condizioni offerte ai Benetton per evitare la revoca sono sostanzialmente quattro: la cessione di Autostrade, un maxi risarcimento da 2 miliardi per gravi inadempienze, pedaggi più bassi e nuovi interventi per manutenzione e ammodernamento della rete. Opzioni che si possono sommare o elidere. Tutto dipenderà da come il premier Giuseppe Conte vorrà impostare il confronto finale. E, ovviamente, dal rapporto dell'Avvocatura che, pur ammettendo la possibilità tecnica della revoca, ha anche messo in luce i forti rischi di un contenzioso infinito, con un indennizzo a carico dello Stato che potrebbe oscillare tra 7 e 25 miliardi.
In ogni caso, per i tecnici la revoca è considerata un azzardo, così come per Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia. Ma Cinquestelle e parte del Pd vogliono invece procedere sulla linea dura se non altro per aumentare il pressing sulla società e spuntare il massimo possibile.
L'ingresso dello Stato, attraverso alcuni fondi e società dell'area pubblica, eviterebbe di pagare un risarcimento miliardario e, sopratutto, di mandare a casa oltre 7 mila lavoratori. Una ipotesi che dovrebbe trovare d'accordo anche i grillini, anche se poi dal punto vista operativo la costruzione dell'operazione non sarà facile visto che dovrà esser fatta in maniera trasparente e secondo i canoni del mercato per evitare la scure di Bruxelles.
il crollo del ponte morandi a genova
Per tornare ad Atlantia, il fatto di voler risurre drasticamente la propria partecipazione dell'88% significa che non intende più arroccarsi. Sia per motivi strategici sia per dare una prospettiva di continuità ad Aspi. Quindi ben vengano altri soci.
roberto tomasi autostrade per l'italia
Certo, prima di far cambiare pelle ad Atlantia, il governo dovrebbe cancellare l'articolo 35 del decreto Milleproroghe che di fatto prevede la revoca e il passaggio delle autostrade in mano all'Anas, fare chiarezza sulle tariffe e poi disegnare una traiettoria industriale per il nuovo colosso che, si sa, va gestito.
LE TRATTATIVE
Per allargare il capitale di Autostrade contatti sono in corso con F2i e Cdp. Specie il fondo infrastrutturale guidato da Renato Ravanelli sembra avere più chance per i rapporti consolidati tra il top manager e Gianni Mion, presidente di Edizione, e perché rappresenta un consorzio privato dominato da fondazioni, banche e investitori esteri.
Crolla il ponte Morandi a Genova
Sul presupposto che si arrivi a un chiarimento complessivo con il governo che ponga finalmente fine a oltre un anno di guerriglia sulla revoca della concessione e ci siano certezze sulle tariffe, il negoziato potrebbe portare F2i ad acquisire da Atlantia una quota dell'ordine del 30% di Aspi, a fronte di un pagamento in parte cash e in parte in asset affini al business della holding. Questi asset potrebbero essere nel settore aeroportuale detenuti da 2i Aeroporti (Napoli, Torino, Milano, Alghero, Bologna) di cui F2i ha il 51% e Ardian il 49%, tenuto conto che la società di investimento francese ha come managing director Stefano Mion, figlio di Gianni.
Oggi è in calendario un cda di F2i nel quale Ravanelli potrebbe fornire un'informativa sul tema, e sempre oggi si svolgerà un cda di Aspi. In questi giorni si è parlato anche di un possibile intervento delle fondazioni bancarie. Un consiglio Acri è in calendario mercoledì 19 ma non è previsto alcun coinvolgimento di sistema: solo Sardegna è tirata in ballo perché il presidente Antonello Cabras è consigliere del Fondo, come Gianni Genta (Fondazione Cuneo) mentre Crt ha in portafoglio il 5% di Atlantia.