Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Svillaneggiato per anni perché poco attivo in campo filantropico, preso in giro per aver devoluto in beneficenza meno della ex moglie, MacKenzie Scott che, dopo il divorzio del 2019, ha ricevuto il 4 per cento delle azioni Amazon, Jeff Bezos si unisce alla tribù dei miliardari che hanno deciso di donare almeno metà del loro patrimonio.
Lo annuncia lo stesso giorno in cui Amazon si prepara a licenziare 10 mila dipendenti tra tecnologi e personale amministrativo: il maggiore taglio della sua storia, anche se si tratta di meno dell'1% del suo personale. In teoria questo impegno filantropico pone il fondatore di Amazon nelle posizioni di testa dell'incerta classifica della generosità dei miliardari: il quarto uomo più ricco del mondo dispone, infatti, anche dopo i crolli di Amazon in Borsa, di un patrimonio stimato 124 miliardi di dollari.
Classifica incerta quella della generosità dei super ricchi, tanto per le loro intenzioni, quanto per i criteri seguiti nel valutare tipologie e modalità delle donazioni. Alcuni ranking si basano sulle promesse, altri sulle donazioni effettive. C'è poi da discutere sui confini della filantropia: alcuni vogliono dare semplicemente lustro al loro nome (e magari far dimenticare la loro interpretazione selvaggia del capitalismo) intestandosi prestigiose istituzioni culturali: teatri, biblioteche, università.
Mentre altri, come Bill Gates e l'ex moglie Melinda, sono andati a combattere l'Aids e le malattie endemiche in Africa. Altri ancora hanno spacciato per filantropia il denaro speso per campagne politiche. È ancora presto per capire di che tipo sarà la filantropia di Bezos: ha fatto il suo annuncio durante un'intervista alla Cnn ma non ha detto che firmerà la pledge, la promessa formale di donare metà patrimonio istituita 12 anni fa da Bill Gates e da Warren Buffett e fin qui sottoscritta da 230 miliardari di 28 Stati.
Tra di loro ci sono anche Elon Musk e Mark Zuckerberg, al momento concentrati più sui loro guai aziendali. Bezos, intervistato insieme alla compagna Lauren Sanchez, decisa a diventare una protagonista nel mondo della filantropia sulle orme di Melinda Gates, Laurene Powell Jobs e della stessa MacKenzie Scott, è rimasto sul vago, spiegando di aver scoperto che creare un programma filantropico efficace è difficile quanto lo è stato costruire Amazon.
Per adesso Bezos, che non ha spiegato nemmeno in quale aree indirizzerà la sua filantropia, si limita a dire che «sto cercando di imparare a distribuire in modo efficace la mia ricchezza, devo trovare le persone giuste per costruire questa missione». Per capire qualcosa di più delle sue intenzioni è utile vedere quello che ha fatto in concreto fin qui: nel 2020 ha promesso di devolvere un miliardo per la tutela dell'ambiente attraverso il Bezos Earth Fund.Poi ha dato 100 milioni di dollari alla fondazione di Barack Obama e 96 alle organizzazioni che aiutano le persone senza fissa dimora.
Rivela ancora di più il suo annuncio di sabato scorso: ha dato i 100 milioni del suo premio annuale, il Bezos Courage and Civility Award , a Dolly Parton, celebre cantante e grande filantropa: dalla donazione di librerie scolastiche al finanziamento della ricerca per i vaccini anti Covid. «Dolly - commenta Bezos- porta ovunque il sorriso, risplende, tutti le vogliono bene». Jeff, che si è sempre sentito non amato e poco considerato nonostante la sua ricchezza, vorrebbe un po' di quella luce. A giudicare dai primi commenti in rete («faresti meglio a spendere per rendere più umane le condizioni dei lavoratori dei tuoi depositi»), l'impresa sarà ardua.
jeff bezos amazon jeff bezos nel suo ufficio nel 1999 il post di mackenzie scott e dan jewtt su giving pledge