Alberto Simoni per “la Stampa”
economia usa in calo nel secondo trimestre 2022
La Federal Reserve ha alzato i tassi di interesse dello 0,75%, il secondo balzo di questa entità dopo quello di giugno (e il quarto in assoluto nel 2022) portandoli a una forchetta fra il 2,25 e il 2,50%. Una mossa, condivisa all'unanimità dal Board, che il governatore della Fed Jerome Powell, in una conferenza stampa a Washington, ha spiegato come necessaria per tenere a bada l'inflazione e riportarla nel lungo termine al 2%.
Nell'ultimo rilevamento di giugno i prezzi erano cresciuti del 9,1% rispetto allo stesso mese del 2021. «I prezzi restano elevati», quindi l'intervento «è appropriato» ha sottolineato il governatore.
Pochi minuti dopo l'annuncio del rialzo dei tassi, Wall Street ha preso quota. Le grandi compagnie del settore tecnologico hanno trainato i listini con il Nasdaq che ha guadagnato oltre il 4%, complice anche le trimestrali di Google e Microsoft, mentre il Dow Jones ha recuperato l'1,37%. Più sostenuto l'S&P con un guadagno del 2,61%. Il dollaro ha invece perso lo 0,75% sull'indice che ne misura la forza rispetto alle principali valute straniere, la frenata maggiore dalla metà di giugno.
Powell ha spiegato che la Fed è consapevole che le sue decisioni hanno un impatto sulle famiglie e le imprese americane, ma che «rallentare l'economia è necessario». La Banca centrale americana «ha tutti gli strumenti per farlo».
Per questo ha sottolineato che nelle prossime riunioni, a partire da quella di settembre, potrebbero arrivare altri rialzi.
«Dipenderà dai dati», ha precisato Powell facendo riferimento all'andamento della pandemia e al mercato del lavoro. Le scelte su come agire sui tassi saranno fatte di «volta in volta», lasciando aperta ogni opzione, sia quella «che a un certo punto sarà necessario rallentare», sia quella di firmare un ennesimo rialzo di tre quarti di punto in settembre.
economia usa in calo nel secondo trimestre 2022
Un'incertezza misurata immediatamente nel rendimento dei Bond biennali del Tesoro, molto suscettibili alle previsioni sull'andamento futuro dei tassi, che hanno perso leggermente. Fra i dati da monitorare c'è la guerra in Ucraina con le sue conseguenze. Il Comitato di politica monetaria della Fed ha scritto nella sua nota che l'invasione dell'Ucraina «sta creando ulteriori pressioni al rialzo dell'inflazione e pesando sull'attività economica mondiale».
Oggi saranno diffusi i dati macroeconomici dell'economia Usa, e diversi indicatori economici, fra cui il crollo delle compravendite immobiliari scese del 20% in giugno, mostrano un rallentamento. Rispondendo a diverse domande sul tema, Powell ha detto che gli Stati Uniti «non sono in recessione» e che i dati che saranno diffusi devono essere presi con cautela oltre che contestualizzati e mescolati con altri indicatori.
Per questo, il Paese ha tutti gli strumenti per evitare di scivolare in una spirale negativa: «Non stiamo cercando di causare una recessione», ha spiegato il governatore, osservando che il mercato del lavoro è solido e che la disoccupazione è bassa. E di fatto ribadendo che la politica aggressiva sui tassi è la premessa per costruire un'economia sostenibile a lungo raggio. La Fed continuerà anche l'alleggerimento di bond del Tesoro riducendo la sua esposizione al debito Usa secondo quanto deciso in maggio.
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