Estratto dell’articolo di Gianluca Paolucci per “La Stampa”
stefano donnarumma al forum di cernobbio
La quotazione in Borsa, certo. Ma anche l'apertura del capitale a investitori di lungo periodo, come fondi previdenziali e grandi investitori internazionali, di una parte della "galassia" Ferrovie dello Stato. Come ad esempio la rete dell'alta velocità. I tempi sono lunghi. Ma l'operazione è da tempo allo studio dei vertici di Fs e del suo azionista, il Ministero dell'Economia.
«Non so come andrà (la privatizzazione, ndr) e comunque la decisione spetterà all'azionista», dice l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Stefano Donnarumma. Altrettanto certo è che Donnarumma, da poco arrivato al vertice della holding che controlla la rete ferroviaria con Rfi e i treni di Trenitalia, ha trovato anche il dossier della privatizzazione sulla sua scrivania.
giorgia meloni e giancarlo giorgetti 1
Il manager ex Terna sceglie il Forum Ambrosetti di Cernobbio per la prima uscita pubblica dopo il suo insediamento. E dal Forum spiega che «apro a un'ipotesi di valutazione di una possibile apertura del capitale laddove possa essere vantaggiosa da un punto di vista finanziario per lo sviluppo degli investimenti dell'azienda».
La quotazione, dice rispondendo alle domande dei giornalisti, «è quasi sempre una conseguenza di un eventuale percorso del genere, ma per adesso non direi quotazione, ma valutazione sull'apertura del capitale». Operazione che comunque non sarà imminente. «I tempi per definire una strategia sono di pochi mesi – aggiunge – e conterei da qui a fine anno di avere le idee chiare su diverse cose che riguardano il gruppo. I tempi di esecuzione – chiosa – in media per queste cose sono sempre di un paio d'anni».
stefano donnarumma al forum di cernobbio
Tra le ipotesi all'esame, secondo quanto ricostruito, quella più suggestiva è appunto l'apertura del capitale della rete ad alta velocità attualmente sotto Rfi senza arrivare a una quotazione in Borsa. Operazione complessa sotto molti punti di vista: normativo, regolatorio e anche finanziario.
Il modello può essere quello di altre reti, come l'assetto attuale di Autostrade dove degli investitori privati hanno il controllo di una rete infrastrutturale in un settore strettamente regolato. Ad aggiungere complessità, nel caso della rete ferroviaria ad alta velocità, c'è ad esempio l'utilizzo di tratte di questa rete anche da parte di treni del traffico locale di regionali e interregionali, che gode di contributi pubblici per l'esercizio dei collegamenti e per il traffico pendolare.
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Tempi lunghi, come detto, che potrebbero integrare il già ricco dossier privatizzazioni del governo Meloni non prima del 2026, qualora ci dovesse essere la volontà – o la necessità – di fare cassa. Ben più caldi i dossier Mps e Poste. «Al momento è tutto fermo, si capirà di più quando ci saranno i dettagli del piano di bilancio che è in fase di elaborazione», spiega una delle fonti interpellate.
Per Mps la strada è più semplice: il governo potrebbe decidere di fare un nuovo collocamento sul mercato, sul modello delle due tranche precedenti, in tempi estremamente rapidi. L'unico vero pretendente della banca senese è Unipol, che però è interessato a una quota anche relativamente piccola ma non alla maggioranza del capitale, per portare avanti un'alleanza sulla bancassicurazione sul modello di Bper e Sondrio. […]
GIANCARLO GIORGETTI AL MEETING DI RIMINI stefano donnarumma al forum di cernobbio