Andrea Montanari per www.milanofinanza.it
Rivoluzione nel mondo Fs. Come emerge dalla lettera inoltrata ieri dal cda di Trenitalia al presidente del collegio sindacale della stessa società di trasporto, Maria Laura Prislei, lettera che MF-Milano Finanza ha potuto consultare, sono arrivate le dimissioni dello stesso organo di gestione di Trenitalia.
Un vero e proprio fulmine a ciel sereno che porterà all'uscita di scena del presidente Tiziano Onesti e soprattutto dell'amministratore delegato Barbara Morgante. Una scelta tutta da interpretare in ambienti politici e industriali, visto che arriva neppure due anni dalla nomina e dell'indicazione di fatto governativo. Ora sia l'esecutivo Gentiloni sia Ferrovie dovranno correre ai ripari per trovare un nuovo management.
È plausibile che la partita si definisca tra il 25 e il 26 settembre, quando potrebbe essere eletto il nuovo board. E, dalle prime indiscrezioni che emergono in queste ore in ambienti della Capitale, il posto di Morgante dovrebbe essere preso da Orazio Iacono, che attualmente ricopre il ruolo di direttore della divisione Passeggeri Regionale Trenitalia, ossia l'area di business che, come anticipato nei giorni scorsi dal Corriere dello Sera, ha ottenuto la miglior performance in termini di crescita (ebitda salito da 718 a 783,9 milioni) nel 2016.
Ma cosa ha portato alla rottura tra il gran capo di Fs, Renato Mazzoncini, e i vertici della principale controllata? Pare che lo scontro ruoti attorno al futuro del business e ai progetti di valorizzazione degli asset, in particolare il business dell'Alta Velocità. Questo perché, e non è un segreto, Mazzoncini vuole dall'inizio del suo mandato quotare in borsa Fs o parti di essa. L'ultima ipotesi era quella relativa all'ipo delle Frecce.
Ma proprio su questo tema, Mazzoncini aveva dovuto registrare nei mesi scorsi la posizione contraria di Morgante che invece preferiva portava avanti il business plan che faceva perno sulla crescita interazionale e sul trasporto locale. Morgante, di fatto, aveva espresso (più volte) un parere non favorevole alla quotazione, nel 2017 o 2018, dell'Alta velocità perché la considerava un depauperamento del valore dell'intero gruppo ferroviario, a differenza di Mazzoncini che aveva fatto dell'ipo uno dei pilastri del suo progetto.
Ma che qualcosa si fosse incrinato nei rapporti tra Fs e i vertici di Trenitalia e che da settimane si stesse lavorando a un avvicendamento emerge dal contenuto della missiva inoltrata dal cda di Trenitalia al presidente del collegio sindacale. Nel documento, infatti, si legge che «la dottoressa Morgante ha accettato la proposta della capogruppo Fs di assumere il ruolo di direttore centrale governance partecipazioni estere, nell'ottica del progressivo sviluppo e valorizzazione delle attività internazionali del gruppo».