IL BREVETTO DOVE LO METTO? – DAL 1° GIUGNO SARANNO OPERATIVI IL TRIBUNALE UNIFICATO DEI BREVETTI E IL NUOVO BREVETTO UNITARIO EUROPEO, CHE PERMETTERANNO  UNA PROCEDURA UNICA PER TUTTI GLI STATI DELL'UE – MAURO MASI: “LA SPERANZA È CHE LE NUOVE STRUTTURE E PROCEDURE RENDANO PIÙ EFFICACE IL SISTEMA MESSO IN SERIA DIFFICOLTÀ DAGLI SVILUPPI DELLA RETE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE. IN PARTICOLARE NEL SETTORE CRUCIALE DELLE ICT, SEGNATO DA ENORMI CONTENZIOSI GIUDIZIARI CHE RAPPRESENTANO UN FRENO AL MERCATO E ALL’INNOVAZIONE”

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Estratto dell’articolo di Mauro Masi per www.adnkronos.com

 

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Brevetti. Dal 1 giugno prossimo saranno operativi il Tribunale Unificato dei brevetti e il nuovo Brevetto Unitario Europeo. Quest’ultimo – rilasciato dall’Ufficio Europeo dei Brevetti di Monaco – permetterà di ottenere una protezione brevettuale uniforme attraverso una procedura centralizzata per tutti gli Stati UE che hanno aderito all’iniziativa (finora 25).

 

Non sarà pertanto più necessario ottenere la convalida in ogni singolo Paese; un vantaggio non da poco. Il Tribunale Unificato avrà competenza esclusiva in tema di validità, ed eventuale contraffazione, di un brevetto e le sue decisioni avranno efficacia in tutti gli Stati aderenti.

 

mauro masi foto di bacco mauro masi foto di bacco

La speranza è che le nuove strutture e procedure, per quanto limitate all’area UE, rendano più efficiente ed efficace il sistema brevettuale messo in seria difficoltà negli ultimi anni dagli sviluppi della Rete e delle nuove tecnologie in particolare nel settore cruciale delle ICT.

 

Un settore quest’ultimo caratterizzato, per sua stessa natura, dalla possibilità di ottenere brevetti su progetti diversi solo per dettagli tecnici non sempre di immediata evidenza e poi per la presenza di aziende che acquistano brevetti non tanto per realizzarli ma per utilizzarli per andare in causa contro altre aziende (di solito quelle di maggior successo) sperando di ottenere comunque un vantaggio di natura economica.

 

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Da ciò il nascere di un enorme contenzioso giudiziario che fa la gioia di avvocati e consulenti vari ma che rappresenta un oggettivo freno al mercato e all’innovazione.

 

Negli Stati Uniti (dove è stata varata, pochi anni fa, una riforma del sistema dei brevetti che non sembra essere in grado di superare tutte le problematiche emerse) alcuni ambienti accademici stanno riproponendo una proposta emersa qualche tempo fa: perché non pensare ad una durata diversa della protezione brevettuale (che, ricordiamo, ha una propria durata temporale – come i diritti patrimoniali del Diritto d’Autore – che usualmente è di 20 anni) in relazione ai diversi prodotti e cioè più breve per i settori caratterizzati da più veloce innovazione come quello dei computer, high tech (o le nanotecnologie) ed una protezione più lunga per i settori dove l’innovazione è più lenta e dispendiosa come ad esempio i farmaceutici (ciò naturalmente non inciderebbe in alcun modo sul fatto che la protezione brevettuale possa essere derogata in caso di pubblica utilità).

UNIONE EUROPEA UNIONE EUROPEA

 

E’ una idea che merita un attento approfondimento anche, e soprattutto, perché, tra i molti vantaggi che potrebbe portare, ci sarebbe quello di adeguare l’orologio della protezione brevettuale alla tempistica della Rete. […]

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