Estratto dell’articolo di Francesco Bertolino per www.lastampa.it
È come se nel giro di poco più di cinque mesi Unicredit, Intesa Sanpaolo ed Eni avessero chiuso i battenti, lasciando a casa tutti i loro dipendenti. La grande crisi dell’industria tecnologica ha causato da ottobre 2022 a oggi oltre 200 mila licenziamenti in tutto il mondo. Gran parte di questi tagli si sono abbattuti sugli Stati Uniti, […] Ma, seppur a scoppio ritardato dalle procedure, la bomba occupazionale potrebbe esplodere anche in Europa.
L’ultima ad annunciare un maxi-piano di esuberi è stata Meta. La ex-Facebook ha comunicato […] un nuovo round di licenziamenti che coinvolgerà oltre 10 mila dipendenti che si sommano agli 11 mila effettuati lo scorso novembre. Il gruppo ha poi annullato 5 mila assunzioni già programmate per ottenere, ha detto il fondatore Mark Zuckerberg, “efficienza e un’azienda più snella e tecnica”.
Parole e strategie che sembrano proprie di un’impresa in grande tensione finanziaria. E invece Meta ha accumulato quasi 90 miliardi di utili in tre anni sfruttando l’onda digitale sollevata dai lockdown pandemici. Certo, la società sta soffrendo la fine dell’emergenza sanitaria e l’arrembante concorrenza nel mercato social, […] ma ciò non le ha impedito di registrare 23 miliardi di profitti nel 2022 e di distribuire 40 miliardi agli azionisti attraverso un piano di buyback.
Eppure, questa è la narrazione prevalente negli Stati Uniti, dove Wall Street ha ormai vinto la battaglia su Main Street: le big tech sono in crisi, nonostante abbiano accumulato oltre 700 miliardi di profitti in tre anni. Ed allora è bene che taglino i costi, a partire dal personale, per sostenere gli utili, la remunerazione dei soci e, in definitiva, i loro titoli in borsa. Non a caso, il nuovo piano di licenziamenti di Zuckerberg è stato accolto con euforia dagli investitori: sull’indice tecnologico Nasdaq Meta sta guadagnando oltre il 6% ed è tornata al di sopra dei 500 miliardi di capitalizzazione.
Tutte le società tecnologiche hanno capito l’antifona: se volete restare o ambire al trillion dollar club, l’Olimpo dei 1000 miliardi di valore di borsa, è ora di bloccare i costosi piani di espansione e di tagliare le spese. […]