1. BAZOLI RESTA IN INTESA SANPAOLO PER ALTRI TRE ANNI
Camilla Conti per ''il Giornale''
Ha spento 86 candeline lo scorso 18 dicembre ma Giovanni Bazoli potrebbe proseguire ancora per un po' il suo impegno in Intesa Sanpaolo.
Il cda della banca scadrà con l'assemblea del 30 aprile. E con esso anche l'incarico di presidente «emerito» ricevuto tre anni fa che però, secondo quanto risulta al Giornale, verrà rinnovato.
La sua avventura di banchiere è iniziata nel 1982 quando l'allora ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta, quattro giorni dopo la misteriosa morte di Roberto Calvi, risolve il crac del Banco Ambrosiano facendo fallire la banca e creando un nuovo istituto che affida a un avvocato bresciano conosciuto ai tempi dell'università Cattolica. Bazoli diventa così l'artefice di un lungo percorso che porterà, dopo la fusione avvenuta nel 2006 fra Intesa e il Sanpaolo di Torino, alla nascita della big del credito oggi guidato da Carlo Messina.
gian maria gros pietro carlo messina giovanni bazoli
Per accompagnare la transizione dal modello di governance duale a quello monistico, il nuovo statuto approvato tre anni fa aveva previsto all'ultimo articolo - il numero 35 - la figura del «presidente emerito» ritagliata attorno al professore bresciano. Il quale, gratuitamente (la carica non è retribuita), ha potuto «esprimere pareri e partecipare a riunioni, con funzione consultiva, su richiesta del presidente e/o del consigliere delegato, affinché la nuova governance possa dispiegarsi in continuità di efficienza e di rigore» nonchè collaborare con il presidente del cda «nella progettazione e nella realizzazione delle iniziative culturali della società e del gruppo».
L'incarico «emerito» ha durata triennale, salvo rinnovo. Insomma lo statuto non dice che l'incarico non può essere prorogabile o la durata triennale ripetibile. E chi conosce bene la banca è convinto che, data anche la rilevanza assunta dalle attività culturali di Intesa, l'impegno di Bazoli possa e debba proseguire. Si vedrà in quali termini e quando potrebbe essere presa una decisione. Forse anche prima dell'assemblea dei soci che si riunirà il 30 aprile per nominare il nuovo cda. Scontata la conferma di Messina al timone, mentre si discute ancora sulla conferma del presidente Gian Maria Gros-Pietro. Già oggi potrebbe riunirsi il tavolo delle fondazioni azioniste per la lista dei candidati in Consiglio.
Ieri, nel frattempo, il board di Intesa si è riunito per approvare il progetto di bilancio d'esercizio e il bilancio consolidato al 31 dicembre 2018 che recepiscono i risultati già resi noti al mercato. Confermata anche la proposta di distribuzione di un dividendo cash da 19,7 centesimi per azione, che sarà sottoposta all'assemblea.
2. GUZZETTI DIRIGE L'ORCHESTRA PER TROVARE L'EREDE IN CARIPLO
Camilla Conti per ''il Giornale''
Dopo aver sventato il blitz leghista di ottobre per mettere le mani su almeno dieci poltrone, Giuseppe Guzzetti sta incastrando gli ultimi pezzi del puzzle sulla Fondazione Cariplo.
Il cantiere per la sua successione è entrato nella seconda fase dei lavori e già all'inizio di aprile si conosceranno i nomi dei 28 componenti della Commissione centrale di beneficenza, ovvero il «governo» dell'ente milanese. Compreso il presidente e i suoi due vice che, con una sorta di triumvirato, riceveranno il testimone dell'«uno e trino» avvocato comasco rimasto al vertice per 22 anni.
La liturgia per la composizione del nuovo board dell'ente (azionista di Intesa Sanpaolo al 4,38% e di Cdp all'1,56%) è lunga e complicata: nelle ultime settimane si è conclusa la prima fase dell'iter con la pubblicazione dell'elenco delle terne proposte dai rappresentanti del territorio (province, città metropolitana di Milano e regione Lombardia) e della società civile (arcidiocesi, conferenza dei rettori, enti culturali e ambientali).
Nelle due terne suggerite dalla Regione c'è anche il nome dell'avvocato varesino Andrea Mascetti, già oggi presente nella Commissione centrale di beneficenza e vicino al vicepremier Matteo Salvini. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il leghista Giancarlo Giorgetti, ha però commesso l'errore di tentare l'assalto nell'autunno scorso, inserendo una leggina tra le pieghe del decreto Milleproroghe per anticipare la nomina di molti dei presidenti delle province da gennaio al 31 ottobre. Giusto un giorno prima dell'inizio della procedura lunga sei mesi per la selezione del nuovo Consiglio della Fondazione.
Ma Guzzetti già il 25 settembre aveva sollecitato le province coinvolte nel giro di poltrone a indicare le candidature e così il blitz dei nuovi alleati di governo è fallito. Costringendo il Carroccio ad accontentarsi al massimo di tre posti rispetto ai dieci sperati. Il prossimo step? La commissione interna presieduta dallo stesso Guzzetti sceglierà un nome da ciascuna terna per arrivare ad una rosa di 18 candidati.
A questi se ne aggiungeranno presto altri cinque: all'inizio di gennaio è infatti partito il bando i cui termini si sono conclusi il 7 febbraio, per la selezione dei nominativi proposti dal terzo settore. Le terne sono già arrivate e la valutazione dei requisiti si concluderà all'inizio di marzo. L'ultimo passaggio è la scelta dei restanti cinque nomi che avverrà per cooptazione da parte del presidente uscente, ossia di Guzzetti. Il quale potrà integrare la lista dei candidati con altri profili considerati da lui adeguati per i singoli settori in cui opera la Fondazione (cultura, sociale, ricerca e ambiente). E proprio in questa rosa - attesa per fine marzo - potrebbe esserci il nuovo presidente di Cariplo per i prossimi quattro anni (in passato erano sei).
Guzzetti è al lavoro per essere sicuro di aver trovato il successore giusto, una persona capace di gestire il patrimonio di 8 miliardi dell'ente ma anche in grado di coltivare relazioni a livello internazionale, con il sostegno di due vicepresidenti.
In pole position per il vertice ci sarebbe il presidente di Borsa Italiana ed ex rettore della Bocconi, Andrea Sironi. Mentre uno dei due vice potrebbe essere una donna, animata da sensibilità per il sociale, selezionata dall'interno tra le «quote rosa» dell'attuale commissione centrale di beneficenza.
Quando il nuovo board sarà composto, si riunirà una sorta di conclave, senza votazione, tra i 28 nuovi membri per l'elezione del futuro presidente che sarà appunto uno di loro. E l'obiettivo di Guzzetti è far convergere tutti sullo stesso nome senza avere sorprese.
L'atto finale del passaggio di consegne verrà celebrato simbolicamente con l'ultima uscita pubblica di Giuseppe Guzzetti, prima di lasciare la presidenza: lunedì 27 maggio, giorno del suo ottantacinquesimo compleanno, alle Gallerie d'Italia di piazza della Scala inaugurerà con l'amico Giovanni Bazoli una mostra fotografica sulle periferie e gli ultimi. In mezzo agli ultimi.
PATUELLI PADOAN GUZZETTI VISCO