Fabrizio Goria per “la Stampa”
La recessione si affaccia sull'eurozona. E proprio per questo occorre che tutti i Paesi attuino i programmi nazionali di ripresa e resilienza. Italia compresa. La Banca centrale europea (Bce) irrompe nella settimana elettorale italiana con due allarmi. Il primo, sulla consistenza dell'attività economica, che si sta deteriorando. Il secondo, sul Pnrr. Isabel Schnabel, membro del board di Francoforte, ha ribadito che sul Recovery non possono esserci deviazioni.
PAOLO GENTILONI SI ALZA DURANTE IL G20
Inoltre, il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni, ricorda che la prossima crisi potrebbe essere finanziaria, a causa del peso dei costi dell'energia sui conti degli istituti di credito. Il tutto mentre le banche centrali, dal Giappone al Regno Unito, passando per Usa, Svizzera, Svezia e Norvegia, stanno restringendo il costo del denaro.
Solo questa settimana, dieci aumenti dei tassi su scala globale, per 600 punti base complessivi. Nervosi i mercati, con il Ftse Mib a -1,07 per cento.
Peggio delle previsioni. La frenata che sta per sperimentare l'economia dell'area euro sarà intensa. A spiegarlo è la Bce, che nel suo bollettino economico ha sottolineato come si vada verso una stagnazione. «Dopo un rimbalzo nella prima metà del 2022, dati recenti indicano un sostanziale rallentamento della crescita economica dell'area euro, con un'economia che dovrebbe ristagnare nel corso dell'anno e nel primo trimestre del 2023», avverte l'istituzione guidata da Christine Lagarde.
CHRISTINE LAGARDE ANNUNCIA IL RIALZO DEI TASSI
«I prezzi molto elevati dell'energia stanno riducendo il potere d'acquisto dei redditi delle persone e, sebbene le strozzature dell'offerta si stiano attenuando, continuano a limitare l'attività economica», spiegano. Inoltre, «la situazione geopolitica avversa, in particolare l'aggressione ingiustificata della Russia nei confronti dell'Ucraina, sta pesando sulla fiducia delle imprese e dei consumatori». A testimonianza di ciò, gli ultimi dati. A settembre, la stima flash della Commissione europea dell'indicatore di fiducia dei consumatori ha ripreso la sua forte tendenza al ribasso, scendendo di 3,5 punti nell'Ue e di 3,8 punti nell'eurozona. Con -29,9 punti (Ue) e -28,8 (eurozona), la fiducia dei consumatori ha toccato il minimo livello mai registrato.
L'altro fronte d'incertezza aperto dall'Eurotower riguarda il futuro del programma Next Generation EU, di cui il Pnrr è la diretta emanazione su base nazionale. Parlando con la testata tedesca T-Online, Schnabel ha risposto a due domande specifiche sull'Italia.
Su una possibile vittoria della destra di Giorgia Meloni, ha preferito non commentare, come da prassi della Bce. Di contro, sul Pnrr è intervenuta in modo perentorio: «La capacità del Paese di onorare il proprio debito dipende fondamentalmente dalla sua crescita economica. Ciò significa che i Paesi devono intraprendere un percorso di crescita sostenibile», ha spiegato. In tale contesto, ha detto, «il pacchetto di sostegno europeo NextGenEU, introdotto durante la pandemia, svolge un ruolo significativo in questo senso. È molto importante che i progetti di crescita, finanziati attraverso questo programma, siano perseguiti in modo coerente e pienamente attuati. Questo è un compito dei governi nazionali».
Le difficoltà non sono però solo italiane: «Siamo tutti sulla stessa barca. Ecco perché è importante sviluppare soluzioni comuni anche a livello europeo per superare la crisi attuale». Ulteriore pericolo sarà la persistenza dell'inflazione, in larga parte dovuta alla componente energetica. Come rimarcato da Goldman Sachs, a incidere sono i flussi del gasdotto Nord Stream 1, interrotti a tempo indeterminato. «In vista dell'inverno - osserva Goldman Sachs -, ci attendiamo un'altra accelerazione dell'inflazione complessiva dell'area dell'euro, poiché i prezzi elevati dell'energia all'ingrosso continuano a essere trasferiti ai consumatori. Prevediamo che l'inflazione complessiva dell'eurozona raggiunga un picco del 10,5% anno su anno nel gennaio del prossimo anno, prima di scendere al 4,0% anno su anno nel mese di dicembre». Nuovi rialzi ai tassi d'interesse, dunque, sono previsti. Proprio quando l'euro va ai minimi dal 2002 contro il dollaro.