Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “la Stampa”
SALARIO MINIMO - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY
Sul problema salari Giorgia Meloni ha le idee già chiare: basta scorrere le conclusioni della memoria consegnata al Parlamento dal Cnel l'11 luglio. «La questione non può essere limitata a un'alternativa sull'opportunità o meno di introdurre un salario minimo per legge senza affrontare, a monte, i problemi che ne ostacolano la crescita».
La premier ha dato al Consiglio nazionale per l'economia e il lavoro due mesi per elaborare una proposta, ma in quella memoria - votata all'unanimità dai 65 componenti del parlamentino compreso il presidente Renato Brunetta - c'è la linea scelta dalla premier.
SALARIO MINIMO - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY
Per spiegarlo in sintesi occorre dividere il mondo degli occupati in due grandi categorie. La prima: i circa 14 milioni di lavoratori le cui organizzazioni sindacali hanno firmato un contratto.
Ebbene, la memoria preparata dagli esperti scrive che per il 97 per cento di queste persone vengono rispettate le condizioni di lavoro firmate dalle associazioni più rappresentative, ovvero Cgil, Cisl e Uil. «Nella quasi totalità dei casi i minimi contrattuali superano la soglia indicata nei vari disegni di legge finora proposti tra i 7 e i 9 euro». I cosiddetti contratti pirata, pur essendo moltissimi (ne sono censiti 272) interessano una platea limitata di lavoratori: 387mila.
INCONTRO TRA GOVERNO OPPOSIZIONE SUL SALARIO MINIMO
Secondo le stime degli esperti del governo, fra questi lavoratori coloro ai quali è necessario dare immediata risposta per legge sono circa sessantamila, concentrati in tre settori, ovvero pulizie, assistenza nelle residenze per anziani e vigilanza: è di questi giorni l'intervento della magistratura nel caso Mondialpol. […]
Un problema più grave che sottolinea il Cnel sono invece «i ritardi conclamati nei rinnovi contrattuali». Giuliano Cazzola, ex sindacalista molto ascoltato a destra, spiega che «ci sono 7,7 milioni di lavoratori con il contratto scaduto ma si continua a parlare della panzana di quelli pirata». Ci sono poi due settori in cui le paghe sono molto spesso sotto la soglia dei 7/9 euro, ma il governo si guarderà dall'intervenire: agricoltura e colf.
SALARIO MINIMO - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY 1
«Se intervenissimo per legge in questi settori scoppierebbe la rivoluzione», ammette una fonte di maggioranza. Il tasso di illegalità in agricoltura è così grave che la tabella dell'archivio Cnel non è in grado nemmeno di stimare quanti siano i lavoratori a cui è effettivamente applicato un contratto regolare.
Il documento del Consiglio - l'organismo in cui siedono rappresentanti di sindacati, imprese e lavoro autonomo - non nega esista un problema lavoro povero, anzi. Le opposizioni dicono che in Italia ci sarebbero fino a quattro milioni di persone sottopagate. Per una stima precisa del Cnel occorrerà attendere la proposta dell'autunno. La memoria di luglio dice già che per questi lavoratori la soluzione non può comunque passare dalla fissazione di un salario minimo per legge.
Per comprendere le dimensioni del fenomeno torniamo ai grandi numeri: più di cinque milioni di lavoratori autonomi, altri tre milioni di precari. Il problema si annida fra questi otto e più milioni di persone: gli stagionali, soprattutto del turismo, le false partite Iva, i falsi tirocini e stage, gli artigiani sottopagati, le cooperative in cui i dipendenti sono soci solo per eludere le regole dei contratti nazionali, le troppe donne costrette al part-time.
Qui la soluzione alla quale pensa il governo - già tratteggiata nella memoria del Cnel - è ben diversa dal salario minimo. «Se una partita Iva è tale e non dovrebbe esserlo, il salario minimo non risolve l'anomalia», confermano dalla maggioranza. E dunque: allargamento dei contratti aziendali, abbassamento del fisco in busta paga, detassazione di premi e tredicesime, più in generale - e per tutti - occorre un aumento della produttività.
GIORGIA MELONI INCONTRA LE OPPOSIZIONI PER IL SALARIO MINIMO
Una soluzione alla precarietà - dice sempre il Cnel - è l'uso più esteso degli ammortizzatori sociali nei periodi di pausa: se ne discute da tempo, peccato che l'Italia non abbia mai dove prendere i miliardi necessari a finanziarla. Quel che si è potuto spendere durante il Covid non è ripetibile, soprattutto per Meloni che deve governare con i tassi di interesse più alti da un decennio. Insomma, la montagna estiva del dibattito sul salario minimo in autunno partorirà un topolino. […]