COME MAI BCE E FED HANNO DECISO DI ACCETTARE ANCHE I TITOLI DECLASSATI A SPAZZATURA? – È PIUTTOSTO SEMPLICE: IL CORONAVIRUS E IL CROLLO DEL PREZZO DEL PETROLIO HANNO MESSO SOTTO STRESS I BILANCI DI DIVERSE SOCIETÀ QUOTATE – SONO I COSIDDETTI “FALLEN ANGELS”, GLI ANGELI CADUTI, UNA CATEGORIA IN CUI SONO ENTRATI NOMI DI PRESTIGIO COME FORD. IN TOTALE QUESTE SOCIETÀ SONO 76 E HANNO UN DEBITO TOTALE DI 593 MILIARDI DI DOLLARI…

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Giovanni Pons per “la Repubblica”

 

 

christine lagarde christine lagarde

La Bce a sorpresa, giovedì scorso, ha deciso di accettare come garanzia, a fronte dei suoi prestiti alle banche, anche quei titoli di aziende che dovessero subire un declassamento del debito al livello "spazzatura". In realtà è lo stesso passo compiuto dalla Fed il 23 marzo. Il motivo è semplice anche se non visibile a occhio nudo: il coronavirus e il crollo del prezzo del petrolio hanno messo sotto stress i bilanci di diverse società quotate americane, ma anche europee, le quali sono entrate nel mirino delle agenzie di rating che le hanno declassate a "junk" o starebbero per farlo.

 

DONALD TRUMP JEROME POWELL DONALD TRUMP JEROME POWELL

In gergo questi titoli vengono chiamati "Fallen Angels", gli angeli caduti, una categoria in cui sono entrati nomi di prestigio: Standard & Poor' s, per esempio, il 25 marzo scorso ha declassato Ford, che ha ben 113,8 miliardi di dollari di debito, da BBB-, cioè l' ultimo gradino dei titoli buoni (investment grade), a BB+, il primo gradino dei titoli junk (spazzatura), provocando un forte flusso in vendita da quei titoli.

 

EMMANUEL MACRON CHRISTINE LAGARDE EMMANUEL MACRON CHRISTINE LAGARDE

Ecco perché la Fed, a stretto giro, ha deciso di accettare in garanzia anche tutti i bond di quelle società che il 21 marzo avevano un rating ancora buono. In questo modo la Fed sta dicendo al mercato che considera la crisi coronavirus e del petrolio una tempesta passeggera, e quindi non considera il peggioramento del giudizio sul credito intervenuto successivamente. Un intervento, quello della Fed, che ha calmierato il mercato facendo risalire le quotazioni dei bond societari più a rischio.

la prima macchina ford la prima macchina ford

 

La stessa decisione è stata presa dalla Bce che ha giocato d' anticipo su possibili svalutazioni di società europee: chi il 21 aprile aveva i conti ancora in ordine può continuare a veder offerti i propri titoli alle banche e alla banca centrale in cambio di prestiti. Ha insomma aperto un paracadute su possibili crolli del mercato obbligazionario e di riflesso anche per il mercato azionario.

 

moody's 1 moody's 1

Quando una società entra nella categorie "junk" le conseguenze sono almeno tre. In primo luogo molti fondi istituzionali per statuto non possono mantenere nel proprio portafoglio titoli che non siano investment grade, li dovrebbero scaricare sul mercato. Ed è ciò che è successo con Ford. In secondo luogo le società "junk" sono costrette a rivolgersi a qualche altra banca per avere prestiti, con un aumento del costo del credito. Come terzo effetto c' è poi il fatto che se un' agenzia di rating pensa che il debito di una società sia meno sostenibile, la sua capacità di rifinanziarsi sul mercato peggiorerà e gli investitori cominceranno a pensare che il fallimento sia più vicino, alimentando una spirale negativa.

MOODY'S MOODY'S

 

Quali e quante sono le società che rischiano un declassamento del proprio debito? S&P il 16 aprile scriveva che le società junk nel 2020 sono salite a 23 dalle 2 di fine gennaio, al livello più alto dal 2015. Oltre a Ford si sono nomi come Delta Air Lines, Occidental Petroleum, Marks & Spencer. E più recentemente Renault. Moody' s ci dice poi quali sono i fallen angels potenziali, vale a dire le società a un passo dal junk.

Standard & Poor’s Standard & Poor’s

 

Nel complesso queste società sono 76 per un debito totale di 593 miliardi di dollari. Tra le americane nella lista compaiono nomi importanti come General Motors (29 miliardi di debiti), Kraft Heinz (29 miliardi), Carnival Corp, Royal Caribbean Cruises, Marriott International. Tra quelle non americane, i cui debiti ammontano a 383 miliardi spiccano i nomi di Moller-Maersk (17 miliardi di debiti), Int' l Consolidated Airlines group (14 miliardi di debiti), Peugeot (13 miliardi), Sumitomo Chemical (10 miliardi).

 

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