Sandro De Riccardis e Luca De Vito per “la Repubblica”
Documenti per capire quali sono i rapporti tra il gruppo Eni e società terze, nell' ambito dell' inchiesta Moscopoli. A inizio settembre, la procura di Milano ha chiesto e ottenuto dalla società di San Donato carte aziendali per far luce sull' eventuale ruolo del Cane a sei zampe nella presunta trattativa intavolata al Metropol di Mosca il 18 ottobre: incontro che secondo l' accusa è stato organizzato dal leghista Savoini per discutere una compravendita di petrolio russo con lo scopo di finanziare la Lega. Non è chiaro quali siano i riscontri che i pm Segio Spadaro e Gaetano Ruta, coordinati dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale, stanno cercando.
Al momento, l' unico collegamento tra Eni e altre società emerso in questa vicenda è quello di cui ha scritto l' Espresso, citando un carteggio tra Meranda e Savoini, i due partecipanti all' incontro insieme a Vannucci (tutti e tre indagati per corruzione internazionale): in una lettera di referenza commerciale firmata da Eni Trading and Shipping si dice che la Euro IB Ltd, la banca d' affari per cui lavorava Meranda, avrebbe avuto a che fare con la società in diverse occasioni.
Dalla registrazione al Metropol emerge come Eni, nei dialoghi degli italiani, dovesse essere l' acquirente finale. Da qui la necessità di vederci più chiaro. Oggi il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza proverà anche a estrapolare informazioni dal cellulare di Savoini, alla presenza del suo legale Lara Pellegrini, aprendo la app Signal, rimasta bloccata.
Intanto, nell' ambito del processo Eni-Nigeria in corso a Milano per corruzione internazionale, la procura ha ottenuto dalla Corte suprema federale della Svizzera la valigetta sequestrata nel 2016 a Obi Emeka, uno dei presunti mediatori, già condannato in abbreviato a 4 anni dal gip di Milano. Al suo interno, documenti, hard disk, usb e passaporti.