Flavio Pompetti per “il Messaggero”
Non si arrende Elon Musk, il cui obiettivo primo ora è rescindere l'accordo con il quale nel mese di aprile si era impegnato ad acquistare il colosso Twitter per 44 miliardi di dollari.
Ieri il patron di Tesla ha sfoderato una nuova carta per accelerare l'esito della guerra in atto e attraverso i suoi legali ha provato a far leva sulle accuse mosse a Twitter dall'ex responsabile della sicurezza del social network, Peiter Zatko, per meglio affondare i colpi.
Quest' ultimo, nei giorni scorsi ha accusato senza mezzi termini il social di «gravi carenze» sul fronte della privacy e della sicurezza degli utenti. Parole che proprio Musk e i suoi legali hanno preso al balzo per far saltare l'accordo.
In un documento depositato nelle ultime ore, gli avvocati di Musk sostengono che le accuse di Zatko mettono radicalmente in discussione i termini dell'accordo di aprile. A stretto giro è arrivata la stizzita replica di Twitter, secondo il quale le mosse di Musk per far saltare l'accordo sono «ingiuste» e non reali.
elon musk posta meme su twitter
Insomma, siamo al muro contro muro. Come noto Zatko, che è stato licenziato da Twitter all'inizio dell'anno, ha sollevato dubbi su gravi carenze nella gestione dei dati personali degli utenti da parte della società di social media, tra cui l'utilizzo di un software non aggiornato.
Ha anche affermato che i dirigenti del gruppo hanno celato informazioni sulle violazioni e sulla mancanza di protezione dei dati degli utenti. Accuse molto pesanti ma soprattutto pare circostanziate.
Twitter ha risposto dicendo che la denuncia dell'ex dipendente è «piena di incongruenze», quindi non credibile. Dalla piattaforma, come già accaduto nei mesi scorsi, sostengono di non aver violato nessuno degli obblighi contrattuali e intendono far rispettare l'accordo e chiudere la transazione commerciale «al prezzo e alle condizioni già concordate» con Musk.
Intanto le azioni di Twitter navigano attorno ai 40 dollari, che è un prezzo molto al di sotto da quello offerto da Musk in fase di accordo. Recentemente gli avvocati di Musk e di Twitter hanno citato in giudizio Zatko, il quale ha già dichiarato che i funzionari della piattaforma social media non sapevano o non si preoccupavano di scoprire quanti account fossero spam o veri.
Bisognerà capire se le dichiarazioni dell'ex capo della sicurezza del colosso social saranno adesso prese in considerazione dalla corte del Delaware che è chiamata a pronunciarsi su questa vicenda. Come si ricorderà Twitter, che ha sostenuto che gli spam costituiscono meno del 5% degli account complessivi, ha invece citato Musk in giudizio a luglio per costringerlo a completare l'acquisizione.
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