Estratto dell’articolo di Franco Zantonelli per “la Repubblica”
Un bagno di sangue! Così si preannunciano, per il personale, le conseguenze della fusione tra Ubs e Credit Suisse. Resasi necessaria il 19 marzo scorso, per evitare il fallimento della seconda delle due banche.
[…] il settimanale SonntagsZeitung ha quantificato in 30 mila, corrispondente a circa il 30% del totale, il numero di dipendenti in esubero che, a partire da settembre, perderanno il posto di lavoro. Inizialmente dovrebbero venire lasciati a casa 10 mila impiegati di Credit Suisse.
La notizia non è stata smentita né da Ubs né dai sindacati dei bancari. In aprile l’amministratore delegato, Sergio Ermotti, aveva comunque preannunciato «cambiamenti e decisioni difficili », promettendo di trattare tutti i dipendenti di Credit Suisse e UBS in modo equo.
In effetti, se la prima ondata di tagli del personale pare toccherà Credit Suisse successivamente, tra i 20 mila che dovrebbero rimanere senza impiego, figurerebbero anche diversi collaboratori di Ubs.
[…] Non a caso molti dipendenti di Credit Suisse, soprattutto coloro che si occupano di gestione patrimoniale, si sono già accasati presso altre banche, portandosi dietro i depositi, in parecchi casi consistenti, di non pochi clienti.
Alcuni dei quali hanno perso la fiducia, dopo le fallimentari operazioni di Credit Suisse nell’Investment banking, mentre altri si sono legati al dito l’azzeramento di obbligazioni subordinate per 16 miliardi di franchi deciso dalla Finma, la Consob svizzera, al momento del salvataggio. […]
UBS CREDIT SUISSE sergio ermotti ad ubs UBS CREDIT SUISSE