CREDERE NEI GIOVANI (A 95 ANNI) – L’INDUSTRIALE MARINO GOLINELLI INVESTE 80 MILIONI IN UN LABORATORIO DELLA CONOSCENZA TUTTO PENSATO PER I RAGAZZI – IL FONDATORE DI ALFA WASSERMANN: “MI SONO CHIESTO: COSA POSSO FARE PER RESTITUIRE ALLA SOCIETÀ QUELLO CHE HO RICEVUTO?”

“Oggi guardo la società che ho fondato e vedo un’azienda internazionale. Ma molte volte ho rischiato di fallire. Se ho continuato è perché credo. Mi ripeto spesso una frase: opera come se Dio ci fosse”. “ Non vado d’accordo con i miei colleghi. Pochi hanno il concetto di responsabilità sociale”… -

Condividi questo articolo


Massimo Russo per “la Stampa

 

paola e marino golinelli paola e marino golinelli

Le parole che ricorrono più spesso nelle frasi di Marino Golinelli sono domani e futuro. Insolito per una persona di 95 anni. Giacca alla coreana, fazzoletto rosa, quest’industriale farmaceutico, fondatore di un gruppo che fattura 900 milioni con quasi tremila dipendenti, è una sfida ai luoghi comuni.

 

Pochi avrebbero potuto immaginare che il figlio di un contadino, uno che nel dopoguerra comprava lo zucchero al mercato nero per confezionare sciroppi e poi li portava alle farmacie in bici cercando di non far cadere la damigiana, quasi 70 anni dopo sarebbe stato qui.

 

Siamo in un ufficio vetrato nella zona industriale di Bologna, sospeso sopra l’opificio Golinelli, un laboratorio della conoscenza di novemila metri quadri, che da oggi sarà pieno di ragazzi. Il luogo scelto da questo imprenditore per restituire la fortuna ricevuta, con un investimento di oltre 80 milioni di euro. 
 

paola e marino golinelli paola e marino golinelli

Golinelli, perché tutto questo?
«Per fornire ai giovani dai 18 mesi ai 35 anni strumenti per la conoscenza. Vogliamo prepararli alla società che noi non possiamo neppure intuire».


Avete chiamato questa sede opificio, un nome che sa di passato, di manualità.
«La dimensione del fare è fondamentale per capire. Partiamo dal passato per immaginare il futuro. Tutte le domande della cultura, in ogni tempo, alla fine si misurano con un perché. Perché facciamo, perché siamo a questo mondo?»


Già, perché?
«Siamo qui per formare le persone che costruiranno il rinascimento del Paese. Cosa posso fare per restituire alla società quel che ho avuto?»


Come mai questa domanda?
«Ho avuto la fortuna di avvicinarmi al mondo della scienza. Ero un ragazzo amorfo, non di particolare intelligenza a livello scolastico. Per caso a 16 anni ho trovato un libro sulla teoria atomica di Niels Bohr. Da qui è nata la mia passione, l’impresa. Credo che queste potenzialità le abbiano tutti i ragazzi. Credo nell’uomo».

marino golinelli marino golinelli


È religioso?
«Sono un evoluzionista, penso finiremo per essere pietra. Ma questo aumenta la nostra responsabilità di lasciare come testamento qualcosa per gli altri. La creatività è in tutti, va liberata e fatta crescere attraverso la preparazione. Quel che noi lasciamo segnerà l’evoluzione culturale. Ripeto: ho fiducia nell’uomo».


Come ha trovato questa fede laica?
«Oggi guardo la società che ho fondato, Alfa Wassermann, e vedo un’azienda internazionale. Ma molte volte ho rischiato di fallire. Se ho continuato è perché credo. Mi ripeto spesso una frase: opera come se Dio ci fosse».

marino golinelli 4 marino golinelli 4


Oltre che di scienza, lei è appassionato d’arte.
«Molto. Vedo l’artista come un ricercatore della società, in questo non è diverso da uno scienziato. Anzi spesso l’estetica individua prima i bisogni del futuro. L’arte per me è un modo per capire il mondo. Ma non sono un collezionista, tantomeno un mecenate».


Non le piace la parola?
«Il mecenate è una persona che ha mezzi e fa cose molto belle, ma sempre donando, con un’idea di sussidiarietà, si tratti di un restauro o di un macchinario per un ospedale. Mi sento un filantropo, uno che ama l’uomo, crea, ragiona su un piano operativo, costruendo cose che resistano nel tempo. È per questo che è nata la fondazione Golinelli. Sono danari miei, non dell’azienda. Per rendere quel che ho ricevuto».

marino golinelli marino golinelli


Nel nostro Paese non è comune.
«Infatti non vado d’accordo con i colleghi imprenditori».


Come mai?
«Pochi, forse il 10 o il 20 per cento, hanno il concetto della responsabilità sociale». 


Invece stare in mezzo ai ragazzi le piace.
«È una bella energia passeggiare con loro. A volte si perdono per responsabilità dei genitori, che non sono culturalmente preparati. Ma ce ne sono moltissimi in gamba. Purtroppo viviamo in un ambiente corrotto. Il nostro è un Paese con poca cultura e molta corruzione». 


Perché?
«Si pecca. Poi una misericordia, un pater, un’ave e un gloria, ed è tutto perdonato».


Ci frega la confessione?
«In qualche modo. E il benessere non sempre aiuta. Chi nasce povero ha una marcia in più». 


A proposito di frugalità: è vero che non ha la macchina?
«Nemmeno la casa».

marino golinelli 3 marino golinelli 3


Cioè?
«Vivo in affitto. Avere case comporta solo gran confusioni ereditarie».


Ma i suoi figli hanno capito?
«Non è stato difficile spiegarglielo, conoscono le mie idee».


Cosa dice ai ragazzi che incontra per motivarli?
«Spesso scambiamo gli agi per diritti, scordiamo le responsabilità verso gli altri. Il mio modo per spronarli è stato far nascere tutto questo. Bisogna insegnare loro la passione, si tratti di correre in bici o di fare impresa. Abituarli a cercare la propria luce».


Segue ancora l’azienda?
«Certo (e mostra la trimestrale ndr)». 

alfa sigma alfa sigma


Che rapporto ha con la tecnologia?
«C’è il timore che schiacci l’uomo, ma non sarà così. Dico spesso una frase di papa Francesco: “Non abbiate paura”».


Francesco, Dio: la religione è una presenza continua.
«Non la religione, l’etica. Le religioni sono necessarie perché ancora la cultura non basta a far capire a un uomo di non aver paura della morte. Si parla così poco della morte, non la insegnano neppure agli studenti di medicina. E come possono curare bene i malati?»


Ha paura della morte?
«Un po’ sì, ma cerco di rimediare con un dovere: pensare a quel che lascio ai giovani. La formazione, la cultura.


Se ne avesse uno qui, ora, che precetto gli impartirebbe?
«Credi. E fai, come ho fatto io». 
 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

FLASH! - AVVISATE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, CHE DOPO IL SUO INCONTRO CON MELONI SÌ È PUBBLICAMENTE ALLINEATO AL GOVERNO NELLA SCONTRO CON I MAGISTRATI SUGLI IMMIGRATI, IL CONTRARIO DI CIÒ CHE PREVEDEREBBE IL SUO RUOLO DI GARANTE DELL’AUTONOMIA E DELL’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO, L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA, PRESIDENTE DEL CSM, È COMPLETA. E AL PROSSIMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IL CAPO DELLO STATO AVREBBE IN MENTE DI PARTECIPARE DI PERSONA…

FLASH! - LE ROGNE PER SALVINI NON FINISCONO MAI. IL 15 DICEMBRE SI TERRÀ IL CONGRESSO DELLA LEGA LOMBARDA, CHE RACCHIUDE IL MAGGIOR NUMERO DI ISCRITTI AL CARROCCIO: IL CANDIDATO STRAFAVORITO (DATO AL 70%) È L’ANTI-SALVINIANO MASSIMILIANO ROMEO, CAPOGRUPPO AL SENATO. LO SFIDA LUCA TOCCALINI, FEDELE ALL’AMMACCATO CAPITANO. IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA ATTILIO FONTANA, GIUNTO AL SECONDO MANDATO, ORMAI SI SENTE LIBERO DAL GIOGO DI SALVINI E APPOGGIA ROMEO. NON SOLO: SI STA ALLEANDO AL COMPETITOR DEL NUMERO UNO DELLA LEGA, LUCA ZAIA…

VENETO DI PASSIONE PER SALVINI – IL “CAPITONE” PROVA AD ALZARE LA CRESTA E USCIRE DALL’ANGOLO: “CHIEDEREMO IL VENETO E IL TERZO MANDATO PER ZAIA”. MA SA BENE CHE IL DESTINO DELLA REGIONE, VERO FORTINO E CASSAFORTE DEL CARROCCIO, È SEGNATO: GIORGIA MELONI VUOLE METTERE LE MANI SUL NORD-EST. E COME DARLE TORTO? FORZA ITALIA CON L'8% GOVERNA PIEMONTE, SICILIA, BASILICATA E CALABRIA. LA LEGA, CON UNA PERCENTUALE SIMILE, HA IN MANO VENETO, LOMBARDIA E FRIULI. PERCHE' LEI, CHE GUIDA IL PARTITO DI MAGGIORANZA RELATIVA, DOVREBBE ACCONTENTARSI DI LAZIO, ABRUZZO E MARCHE? - LO PSICODRAMMA NEL CARROCCIO È INIZIATO DOPO CHE IL MITE LUCA ZAIA È USCITO ALLO SCOPERTO (“SE PERDIAMO QUI VA TUTTO A ROTOLI”). A VENEZIA SI PREPARA LA SCISSIONE, CON UNA “LISTA ZAIA”...

DAGOREPORT! MONTANELLI E FALLACI SCANSATEVE! AI GIORNALISTI DEL “CORRIERE DELLA SERA” SI INSEGNA A SCRIVERE IN MODO “INCLUSIVO” CON UN CORSO ON-LINE - L’ULTIMA FOLLIA DEL POLITICAMENTE CORRETTO APPLICATA ALL’EDITORIA SERVIRA’ PER APPRENDERE UN “USO NON SESSISTA DELLA LINGUA ITALIANA” E PER “EVITARE L’USO DEL MASCHILE SOVRAESTESO”: IN PRATICA, IL MATTINALE DEI CARABINIERI RISULTERÀ IN FUTURO MOLTO PIÙ ACCATTIVANTE DEI TITOLI INCLUSIVI - SUL LAVORO BISOGNA EVITARE LE MICRO-AGGRESSIONI, TIPO L’UOMO CHE SIEDE A GAMBE SPALANCATE (LA DONNA MAI?) - PER NON FARSI MANCARE NULLA ARRIVANO LE INDICAZIONI SU COME CHIAMARE I NERI E I TRANS -INSOMMA, CONTINUANDO CON QUESTA FINTA E IPOCRITA “ECOLOGIA DEL LINGUAGGIO” POI NON LAMENTATEVI SE TRIONFA TRUMP!