Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “la Stampa”
Da un lato c'è la voglia di un lavoro più in linea con le proprie aspettative; dall'altro un mercato finalmente dinamico. […] dei quasi 1,7 milioni di lavoratori che nei primi nove mesi dell'anno scorso hanno lasciato l'impiego, la stragrande maggioranza lo ha fatto per un altro lavoro. […] Nei primi nove mesi del 2021, le dimissioni erano state 1,3 milioni; il 22% in meno. […] E tra le cause di cessazione dei rapporti di lavoro le dimissioni costituiscono, dopo la scadenza dei contratti a termine, la quota più alta. Guardando il solo terzo trimestre dell'anno scorso, le dimissioni sono state 562mila, in crescita del 6,6% (pari a +35mila) sul terzo trimestre 2021. […]
nell'ultimo anno il tasso di turnover sia aumentato per il 73% delle aziende con il 45% degli occupati che dichiara di aver cambiato lavoro nell'ultimo anno o di avere intenzione di farlo da qui a 18 mesi. Numeri che crescono per i giovani (18-30 anni), per determinati settori (ICT, Servizi e Finance) e per alcuni profili (professionalità digitali). […]
tra le persone che hanno lasciato il proprio impiego, 4 su 10 lo hanno fatto senza un'altra offerta di lavoro al momento delle dimissioni. Chi cambia, quindi, lo fa principalmente per cercare benefici economici (46%), opportunità di carriera (35%), per una maggiore salute fisica o mentale (24%) o per inseguire le proprie passioni personali (18%) o una maggiore flessibilità dell'orario di lavoro (18%).
Ma le cifre indicano anche come risalga il numero dei licenziamenti, dopo la fine del blocco deciso con la crisi pandemica: tra gennaio e settembre 2022, infatti, sono stati circa 557mila i rapporti interrotti per decisione del datore di lavoro contro i 379mila nei primi nove mesi del 2021, con un aumento del 47% […]
[…] «L'aumento delle dimissioni - spiega Tania Scacchetti della Cgil - può avere spiegazioni molto differenti: da un lato può positivamente essere legata alla volontà, dopo la pandemia, di scommettere su un posto di lavoro più soddisfacente o più 'agile', dall'altro però, soprattutto per chi non ha già un altro lavoro verso il quale transitare, potrebbe essere legato a una crescita del malessere dovuta anche ad uno scarso coinvolgimento e ad una scarsa valorizzazione professionale da parte delle imprese». […]