DIARIO DI UNA CRISI – SAPETE QUANTO HA PAGATO AL GRUPPO “SMEMORANDA” PIERSILVIO BERLUSCONI PER COMPRARSI IL MARCHIO “ZELIG”? 6 MILIONI DI EURO – LA CIFRA PAGATA DAL BISCIONE VA A RIMPINGUARE IL BILANCIO DEL GRUPPO “SMEMORANDA”, CHE TRA LE ALTRE COSE PRODUCE I FAMOSI DIARI,  CHE DA ANNI ATTRAVERSA UNA CRISI NERA - NEL 2021 HA AVUTO RICAVI PARI A 27,9 MILIONI (-41,3% RISPETTO AL 2019) ED È STATO COSTRETTO A MANDARE A CASA 130 LAVORATORI...

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Claudio Plazzotta per “Italia Oggi”

 

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Il gruppo Smemoranda, che ha appena ceduto il marchio Zelig a Mediaset e che controlla anche Nava design srl, C'Art group srl e Gut distribution srl (quindi pelletteria, accessori e cartoleria), sta vivendo un profondo stato di crisi che ormai va avanti da alcuni anni. E che il 15 luglio 2022 è culminato nella procedura di composizione negoziata della crisi, introdotta dal DL 118 del 2021.

 

La procedura di composizione negoziata della crisi di Smemoranda doveva durare fino alla fine di ottobre, poi è stata prorogata fino al 30 novembre. E la cessione del marchio Zelig a Mediaset, avvenuta proprio lo scorso 30 novembre (si parla di una transazione che avrebbe portato nelle case di Smemoranda circa sei milioni di euro) potrebbe aver dato una bella boccata di ossigeno al gruppo editoriale.

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Smemoranda group spa non ha ancora pubblicato il bilancio 2021. Ma già i conti del 2020 mostravano ricavi a 27,9 milioni di euro (-41,3% sul 2019), perdite per 7,2 milioni e un indebitamento finanziario di 27,4 milioni (rispetto ai 18,4 milioni del 2019). Nel 2021, come spiegano alcuni documenti societari, le cose sono andate un po' meglio, con ricavi in crescita del +26% sul 2020 e un ebitda positivo.

 

Ma la crisi ha continuato a picchiare duro: cassa integrazione per 19 mesi, personale ridotto di 130 unità tra licenziamenti, prepensionamenti, esodi incentivati, e una situazione debitoria aumentata ulteriormente di 11,2 milioni di euro. Le previsioni per il 2022 erano positive, con una stima di +30% di ricavi e un ebitda all'8%.

 

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Tuttavia la crisi energetica, la guerra in Ucraina, l'aumento dei prezzi hanno portato Smemoranda group a un passo dalla amministrazione controllata. Come spiegano gli amministratori, tra il 2020 e il 2021 ha avuto «grossi problemi per il blocco della filiera produttiva e logistica cinese, con ritardi di oltre tre mesi per la consegna delle merci, e rincari esorbitanti nei trasporti: il costo di un container è passato in pochi giorni da 2.500 a 15 mila dollari».

 

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Si è reso necessario un riassetto finanziario: il prestito obbligazionario non convertibile al 6% in scadenza al 31 dicembre 2021 è stato riscadenzato al 31 dicembre 2023, mentre il prestito obbligazionario convertibile da 10 milioni di euro all'8%, quotato alla borsa di Vienna, e in scadenza al 31 dicembre 2023, è stato prorogato di due anni, con un tasso al 10% dal 1° gennaio 2022. Anche alle banche finanziatrici è stato chiesto di estendere le scadenze delle linee in essere di altri 96 mesi.

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A fine 2021, inoltre, una assemblea straordinaria ha approvato un aumento di capitale complessivo di 2,5 milioni di euro. Al momento, tuttavia, di questo aumento sono stati sottoscritti solo 750 mila euro, per un capitale sociale di Smemoranda group che ora ammonta a 7.593.277 euro. Il maggiore azionista è Luigi Vignali con il 17,24% del gruppo (il Gino del duo Gino e Michele), seguito dall'amministratore delegato Giovanni Crespi (15,47%), Cmc srl (13,98%), Quafin (12,03%), Nicola Colonna (10,78%), Michele Mozzati (7,84%, il Michele del duo Gino e Michele) e via via altri soci.

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