Estratto dall'articolo di Lorenzo Giarelli per ''il Fatto Quotidiano''
"Non vaccinatevi, siamo pronti anche a un' epidemia". Parola della Taffo Funeral Service, ditta di onoranze funebri che, visto il core business, ha ben donde di prendersi gioco del dibattito sanitario in corso per farsi pubblicità sul web.
Eppure, ai più attenti il post sarà suonato familiare. Il messaggio di Taffo Fs, per quanto sbarazzino, nasconde un giallo familiare che potrebbe essere uscito da una sceneggiatura di Woody Allen o da uno degli ultimi lavori di Mario Monicelli.
In casa Taffo lo scettro degli spot a misura di social network è conteso: a L' Aquila c' è la Taffo G&C, a Roma la già citata Taffo Fs. La distanza permette di spartirsi i clienti, ma non il target pubblicitario. E la guerra a colpi di ironia va avanti da anni, con il ramo aquilano della famiglia che rivendica di aver creato questo stile e l' azienda romana che per primeggiare si affida a un' agenzia di marketing e bolla gli altri come "lontani parenti".
Persino il post sui vaccini è una frecciatina: un anno fa la Taffo aquilana pubblicò "Vaccinatevi, non siamo pronti a gestire un' epidemia", messaggio a specchio rispetto a quello lanciato adesso dai concorrenti. "Il nostro almeno non era un assist ai no vax", mormorano da L' Aquila.
Ma al di là degli screzi familiari, il successo delle rispettive campagne è forse l' esempio più bizzarro di applicazione di real time marketing, il fenomeno per cui da un po' di tempo diverse aziende lanciano messaggi pubblicitari basati sull' attualità.
Caso di studio italiano è Ceres, la birra danese diventata una star sul web. Il best of è ricco. La Corte di Cassazione afferma che Berlusconi è innocente nel caso Ruby? E i birrai rilanciano: "Allora la Ceres è analcolica". Il 4 marzo ci sono le elezioni? "È come al bar. Se lasci scegliere gli altri poi non dire che fa schifo". Ci vogliono due mesi per fare il governo?
"Se fosse un bar avrebbe già chiuso". E se il tifosi del Feyenoord in trasferta a Roma devastano la fontana della Barcaccia è proprio il caso di dire: "Se non sapete bere, statevene a casa".
Messaggi su cui c' è la firma di BCube, la società che gestisce la comunicazione social di Ceres: "Quello sul Feyenoord fu uno dei primi post di successo - ricorda Andrea Stanich, il direttore creativo dell' agenzia - perché avevamo trovato un modo originale di dire 'bevete responsabilmente'".
L' obiettivo, attraverso post del genere, è quello di arrivare a più persone possibile approfittando del fatto che il messaggio sia condiviso anche da chi non ama la birra. Attenzione, però, perché si fa presto a dire "birra": "Una comunicazione così decisa funziona perché rispecchia il prodotto, una strong ale doppio malto e con una gradazione alcolica piuttosto alta. Per altri tipi di birra bisognerebbe pensare a strategie diverse".
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