DAGONEWS
La disfatta politica del Pd alle elezioni ha degli strascichi, e non secondari, nell'assetto finanziario del Paese. Innanzitutto, ha mandato all'aria il piano che Nagel, in duplex con il suo dante causa Vincent Bollore', aveva presentato al premier. L'amministratore delegato di Mediobanca era andato da Renzi portandogli in dote il ''Corriere'' (più il ''Sole''), grazie all'opa da lui manovrata con Andrea Bonomi, e in cambio gli aveva chiesto l'ok per due operazioni pesantissime.
Da una parte, la fusione di Unicredit e Generali, con lo stesso Nagel a capo della nuova entità. Dall'altra, la consegna di Generali ai francesi di Axa, che è nell'aria da quando Bolloré – via Nagel – ha defenestrato Mario Greco e piazzato Philippe Donnet (una vita passata in Axa e un presente nel board di Vivendi) al vertice delle Assicurazioni triestine.
La batosta alle amministrative ha azzerato i margini di movimento di Renzi: due operazioni del genere, magari da annunciare in estate quando gli italiani stanno a mollo e i talk show in vacanza, potrebbero dargli il colpo di grazia in termini di immagine. Per non parlare dei siluri che partirebbero dai poteri (ex) forti esclusi da questo valzer plurimiliardario.
Il secondo contraccolpo si è sentito tra gli azionisti Rcs: Della Valle comincia ad annusare l'ops di Cairo come alternativa al piano Nagel-Bonomi. Se cambia il vento politico, inutile agganciarsi a un treno renziano che va dritto verso i depositi.
urbano cairo diego della valle
La terza conseguenza si sentirà nelle prossime settimane ed è l'improvvisa, e inaspettata, sparizione del ''Sistema Palenzona''. Sono bastate 24 ore alla neo-sindaca Chiara Appendino per appendere il sistema bancario torinese: via Profumo dalla Compagnia Sanpaolo, via i vertici della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (Crt).
E chi è la massima espressione della Crt? Sempre lui, l'ex camionista Palenzona, che era già pronto a mettere Andrea Quaglia (ex presidente della provincia di Cuneo) alla presidenza dell'Ente al posto del notaio Antonio Maria Marocco. Dall'altra parte c'era il segretario generale di Crt, Massimo Lapucci, che per il dopo-Marocco puntava su due ladies sabaude, Evelina Christillin e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, ipotesi che erano state stoppate da Fassino.
FASSINO E APPENDINO andrea bonomi
Con la rovinosa caduta del Grissino torinese e l'arrivo dei grillini al Palazzo Civico, tutte queste manovre sono finite in soffitta. E il peso di Palenzona nella guerra sui vertici di Unicredit si è notevolmente ridimensionato: già la quota di Crt nella banca milanese si è ridotta al 2,5%. Se cambiano gli assetti, perché mai dare retta al vicepresidente?