Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “la Stampa”
Un miliardo di minori debiti per Tim. Un miliardo di maggiori debiti per lo Stato. Con centinaia di investitori che hanno guadagnato milioni di euro in pochi minuti giocando d'anticipo sulle informazioni che dovrebbe aver avuto tutto il mercato. Sullo sfondo una storia vecchia di 26 anni che oggi contrappone lo Stato, condannato a risarcire Tim, allo stesso Stato azionista - attraverso Cdp - di Tim.
Sul piatto ci sono tutti gli ingredienti di una spy story, non fosse che la sentenza con cui ieri la Corte d'Appello di Roma ha dato ragione a Tim avrà una coda in Cassazione.
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI
I fatti si riferiscono al contenzioso relativo alla restituzione del canone concessorio preteso dallo Stato per il 1998, l'anno successivo alla liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni e che l'ex monopolista ha richiesto in restituzione 15 anni fa.
Alla chiusura di Piazza Affari è arrivata la nota ufficiale della società, ma le voci in Borsa si erano già diffuse con qualcuno che ne ha approfittato a discapito di altri: in una giornata sostanzialmente piatta, il titolo si è impennato alle 17.02 con un'impennata negli scambi (+5,2% alla fine).
E in pochi minuti sono passate di mano decine di milioni di pezzi a fronte delle poche migliaia della seduta fino a quel momento. Un movimento monitorato - come sempre - dalla Consob che valuterà se ci sia stato un abuso di informazioni privilegiate, oppure se quella di ieri sia stata un dinamica normale […]
Di certo per Tim la sentenza è una boccata d'ossigeno: «La somma - spiega il gruppo - è pari al canone originario, di poco superiore a 500 milioni di euro, più la rivalutazione e gli interessi maturati per un totale pari a circa un miliardo di euro. La sentenza è immediatamente esecutiva e Tim avvierà da subito le procedure per il recupero dell'importo in questione».
Un miliardo che andrebbe ad abbattere il debito che la cessione della rete verrà già dimezzato. Sulla vicenda, si legge nel bilancio Tim, è intervenuta la Corte di Giustizia Ue segnalando il contrasto tra la direttiva sulla liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni e le norme nazionali che avevano prorogato per il 1998 l'obbligo di pagamento del canone a carico dei concessionari di settore.
[…] Palazzo Chigi […] ha già annunciato il ricorso in Cassazione e la richiesta di sospensione degli effetti esecutivi della pronuncia. Anche perché in vista del Def ogni euro è cruciale.
Intanto si allarga il già vasto intreccio da Tim e il governo. Nelle vesti di azionista indiretto, il Tesoro appoggia l'ad Pietro Labriola nella battaglia per il rinnovo del cda e nella cessione della rete contro i francesi di Vivendi, primi azionisti con il 23,7% del capitale. Addirittura il Tesoro investirà fino a 2,2 miliardi per l'ingresso in Netco con una quota del 20%. Nelle vesti di arbitro, invece, si propone di mediare tra Tim e Starlink dopo l'attacco di Elon Musk.
Ieri, il dossier è arrivato sul tavolo dell'Agcom che però ha solo una funzione di vigilanza, quindi l'Authority si è limitata a ricordare la delibera che impone il coordinamento, quando possibile, tra gli operatori di rete e i satellitari.
Il gruppo guidato dall'ad Labriola ha già respinto le accuse di ostruzionismo facendone una questione industriale, di difesa delle frequenze acquisite in asta e che sta usando per i suoi ponti radio.
Ma ci sarebbe anche un tema di concorrenza, perché Starlink che già usa la porzione di banda riservata ai satellitari ha ora accordi per usare i 2/3 di quelle destinate agli operatori di tlc, attraverso intese con OpenFiber e Eolo. E adesso, facendo pressione sul governo, vorrebbe spingere anche Tim a trovare un'intesa. […]