DAGONOTA
Lo stupore fatto trapelare da Olaf Scholz a Bloomberg per il blitz di Unicredit su Commerzbank non è sembrato molto convincente agli addetti ai lavori.
Quella quota del 9% acquistata dall'istituto di Piazza Gae Aulenti era stata messa sul mercato proprio dallo stato tedesco, che aveva nazionalizzato Commerzbank dopo averla salvata ai tempi della crisi del 2008-09 versando oltre 18 miliardi. E che ora ha bisogno di qualcuno che metta ordine nei conti ancora ballerini.
Dunque appare bizzarro pensare che Berlino non avesse nel suo radar l’istituto italiano come possibile acquirente.
Di certo l'operazione da 1,5 miliardi rilancia la dimensione internazionale di Unicredit, tanto più se sarà seguita da una fusione con le attuali attività tedesche dell’istituto italiano, ovvero HVB (acquisita nel 2005).
E sicuramente non avrà fatto piacere a Carlo Messina perché, di sponda, rischia di fare apparire Banca Intesa come un istituto “domestico”, proprio mentre Unicredit si muove nel primo mercato del credito d'Europa.
COMMERZBANK, FUSIONE O ACQUISIZIONE. VIA AI COLLOQUI CON UNICREDIT
Estratto dell’articolo di Andrea Rinaldi per www.corriere.it
L’opzione di un take-over su Commerzbank da parte di Unicredit è una possibilità molto concreta e solleva l’interesse della Bce. «Le fusioni bancarie transfrontaliere sono auspicate da molte autorità, e sarà interessante vedere gli sviluppi nelle prossime settimane», ha osservato la presidente dell’Eurotower, Christine Lagarde subito dopo aver comunicato il secondo taglio dei tassi.
Il ceo di Piazza Gae Aulenti ha scelto invece Bloomberg per commentare il blitz di mercoledì sulla banca privata tedesca dopo che il governo di Olaf Scholz ha venduto la sua prima tranche, scendendo dal 16% al 12%. «Le conversazioni su un'operazione di fusione e acquisizione o su un'ulteriore combinazione» con Commerzbank «sono in cima alle discussioni in corso sulla partecipazione», ha detto Orcel ai microfoni di Bloomberg Tv.
«Dato che ora siamo un investitore, possiamo impegnarci in modo costruttivo per capire se tutti noi vogliamo creare qualcosa di più del solo valore che può essere creato da Commerzbank standalone», ha aggiunto il banchiere, rilevando che la mossa su Commerz non dovrebbe essere una sorpresa e che l’acquisto delle azioni della banca di Francoforte è coerente con la strategia. […]
Orcel tuttavia rimane flessibile per quanto riguarda le prossime mosse sulla partecipazione di Unicredit, pur segnalando che un'acquisizione completa è possibile: «Potremmo salire, scendere e combinare. Siamo molto pazienti». Unicredit mercoledì ha annunciato di aver accumulato una posizione pari al 9% in Commerzbank, che ne fa il secondo socio rilevante dietro lo stato tedesco e prima di Blackrock e Vanguard.
janet yellen christine lagarde
Una prima quota pari al 4,51% è stata comprata da Unicredit sul mercato e il restante dal collocamento accelerato promosso martedì sera da Berlino, pagandolo circa 702 milioni (nel complesso l’operazione è costata 1,5 miliardi). Il governo tedesco aveva nazionalizzato Commerzbank dopo averla salvata ai tempi della crisi del 2008-09 versando oltre 18 miliardi.
«Pensavamo che le condizioni per procedere» su Commerzbank «non ci fossero, ma in estate, sentiti i rumor, abbiamo deciso di acquistare titoli sul mercato a prezzi piuttosto attrattivi», ha rivelato il banker. «Quando poi il governo si è deciso a vendere e noi eravamo tra gli investitori che avevano contattato per comprare le azioni, abbiamo fatto un'offerta ed è stata accettata».
Il momento dunque è stato propizio ed è scattato fuori dall’Italia, dove per mesi le cronache finanziarie si sono esercitate sul risiko bancario intorno a Monte dei Paschi. «Se non ci siamo mossi finora e non lo abbiamo fatto in nessuno dei mercati in cui operiamo è perché non c'erano opportunità», ha rilevato quindi Orcel spiegando che «quando vai non solo nel tuo mercato, ma soprattutto in uno di cui non sei originario, hai bisogno del sostegno delle istituzioni locali e abbiamo sempre dialogato con il regolatore le istituzioni e le controparti in Germania finora».
Il ceo di Uncredit ha sottolineato, quindi, di vedere spazio per il consolidamento del mercato tedesco e che Commerz è solo parzialmente una mossa transfrontaliera. Inoltre il vertice di Piazza Gae Aulenti ha ripetuto che in Europa servono banche più forti, cross border.
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Lo shopping di Unicredit va comunque nella direzione di un suggello all’unione bancaria europea. Lagarde infatti ha sottolineato che «di banche paneuropee ne abbiamo parecchie, in questo caso si tratta di una fusione `cross-border´ fra due grossi istituti nazionali, una cosa che sarà analizzata dal punto di vista normativo e che certamente soddisferà quanti si aspettavano fusioni trans-frontaliere come risultato dell'unione bancaria».
Gli analisti di S&P, secondo cui «la decisione strategica di assumere una partecipazione significativa è rilevante se considerata come un primo passo verso l'acquisizione del controllo della banca tedesca, in vista di una sua eventuale fusione con le attuali attività tedesche di UniCredit (Hvb)».
La mossa non ha un impatto immediato sui rating della banca italiana. Per gli analisti di S&P «la decisione strategica di UniCredit di assumere una partecipazione significativa in Commerzbank è rilevante se considerata come un primo passo per assumere il controllo della banca tedesca, con l'obiettivo di fonderla con le attuali attività tedesche di Unicredit (Hvb)», osserva S&P, rilevando che nel suo comunicato stampa, Unicredit ha fatto sapere di voler «avviare colloqui con Commerzbank per discutere le opportunità di creazione di valore per gli azionisti di entrambe le banche».
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