1 – GAS: APERTURA AL RIALZO DOPO RECORD VENERDI'
(AGI) - Non si ferma la corsa del gas che oggi fa registrare un nuovo rialzo. Dopo la chiusura record di venerdi' a 257,4 euro al Mwh l'apertura al Ttf di Amsterdam vede un nuovo record. In apertura delle contrattazioni il contratto in scadenza a settembre ha raggiunto il prezzo di 266,75 euro al Mwh.
2 – GAS, IL GOVERNO AL BIVIO
Alessandro Barbera per “La Stampa”
Cosa farà il governo italiano per affrontare l'ennesima emergenza gas, ancora non è chiaro. «Difficile immaginare che saremo nelle condizioni di prendere decisioni prima del voto», spiega una fonte non ufficiale di Palazzo Chigi. Le inaspettate elezioni a settembre hanno interrotto il lavoro di Mario Draghi, e solo dopo il 25 settembre, se necessario, interverrà. Ma nel frattempo Vladimir Putin sta continuando tagliare le forniture verso l'Europa, che valgono ancora il trenta per cento dei consumi italiani e dell'Unione.
Il prezzo del metano ha raggiunto picchi mai visti, superando i 240 euro a megawatt ora. C'è chi per questo inizia ad annunciare l'unica decisione possibile in vista dell'inverno: il razionamento. Ieri lo ha fatto il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck, fissando l'obiettivo di un risparmio tra il 15 e il 20 per cento.
«Se ci riusciremo abbiamo buone possibilità di superare i mesi freddi», ha detto durante un incontro a Berlino in occasione degli «open day» del governo con i cittadini. Habeck ha ammesso che tagliare i consumi di un quinto «è molto», ma «in questo momento «necessario». Ministro verde, molto apprezzato dai vertici della Commissione europea e da Draghi, Habeck ha spiegato che «non esiste uno scenario in cui la Germania esaurisca il gas», ma piuttosto quanto ne avrà dopo i tagli dei russi ai flussi del metanodotto «Nord Stream 1».
Sin dall'inizio della guerra in Ucraina il governo di Berlino, come quello di Roma, ha fatto il possibile per avere alternative al gas dello Zar. Olaf Scholz, come Draghi, ha ordinato navi per la rigassificazione del gas liquefatto da piazzare sulle coste tedesche dei mari del Nord. Con gli stoccaggi pieni la Germania ha due mesi e mezzo di autonomia, poi senza il gas russo sarebbero guai, perché alternative per rifornirsi direttamente di metano non ce ne sono.
Mentre l'Italia può contare su ben tre gasdotti alternativi (da Libia, Algeria e Azerbaijian) la Germania potrebbe al massimo mettere in funzione il tubo (anch' esso connesso alla Russia) di Nord Stream 2 il cui iter di certificazione è stato congelato su pressione americana come ritorsione verso Mosca. «Mettere in funzione questo secondo gasdotto non significherebbe solo inchinarsi a Putin, ma riconoscergli di avere avuto ragione», ha detto Habeck.
In Germania per il momento è ripartito a pieno regime il funzionamento delle centrali a carbone e restano attive tre centrali nucleari. Il ministro ha confermato l'intenzione di chiuderne due entro la fine dell'anno, una decisione presa prima dell'inizio della guerra in Ucraina.
importazioni di energia dalla russia in europa
Una terza dovrebbe continuare a funzionare - in Baviera - dopo una verifica sulle condizioni di sicurezza della struttura. La decisione tedesca è un inevitabile spartiacque per tutti i governi europei, che fin qui hanno cercato di evitare scelte drastiche. Un piano di razionamento dell'Unione c'è, ma rischia di essere insufficiente nel caso in cui Putin decida di andare fino in fondo nella sfida ai Ventisette in guerra al fianco di Kiev. Il governo Draghi ha già varato una riduzione di un grado della temperatura nelle abitazioni private quest' inverno, ed ha predisposto le condizioni perché le si riduca di un ulteriore grado nel caso in cui fosse necessario.
EUROPA E IMPORTAZIONE DI GAS DALLA RUSSIA
Ma nel frattempo occorrerà affrontare un altro problema: l'ulteriore aumento delle bollette energetiche. Secondo i calcoli di alcuni analisti a partire da ottobre i prezzi potrebbero letteralmente raddoppiare rispetto all'estate, con conseguenze pesantissime anzitutto per le industrie energivore e l'economia.
I due decreti fin qui approvati non basteranno a calmierare i prezzi fino al momento in cui - probabilmente ai primi di novembre - a Palazzo Chigi sarà insediato il nuovo governo. Di qui l'ipotesi concreta di chiedere a Draghi di farsene carico a cavallo di metà ottobre, quando siederà per l'ultima volta al tavolo del Consiglio europeo del 20 dedicato alla proposta italiana di introdurre un tetto al prezzo del gas russo.
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