ECCO PERCHÉ BOLLORÉ HA SPARATO IL SILURO CONTRO BERLUSCONI E MEDIASET - I CONTI VIVENDI NON VANNO BENE, MOLTI INVESTIMENTI SONO IN PERDITA, E UNIRE IL ROSSO DI PREMIUM SAREBBE STATO UN DISASTRO DI IMMAGINE, OTTIMO PER I FONDI ATTIVISTI ANTI-BOLLORE' - OGGI INCONTRO TRA LE AZIENDE. OBIETTIVO: NON CONSOLIDARE PREMIUM

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1. MEDIASET:DE PUYFONTAINE A LES ECHOS,NON PUNTIAMO A CONTROLLO

 (ANSA) - Pensare che Vivendi punti a prendere il controllo di Mediaset è "totalmente erroneo". Lo dichiara l'amministratore delegato, Arnaud de Puyfontaine, in un'intervista a LES ECHOS. "Certo - spiega - se Mediaset non fosse una buona azienda, non prevederemmo un futuro comune con Vivendi. Chi sa cosa succederà tra cinque o dieci anni? L'accordo previsto può aiutare a conoscerci meglio. Ma dire che abbiamo strumentalizzato l'accordo per realizzare un obiettivo finale che sarebbe di prendere il controllo di Mediaset, lo rifiutiamo formalmente".

VINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINE VINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINE

 

Il manager rifiuta di commentare "l'esposizione giuridica" della società francese, ma si dice "del tutto sereno. Vivendi è un gruppo che fa quello che dice e dice quello che fa. Al contrario, accusarci di 'non onorare il contratto' è inaccettabile. Le affermazioni contenute in alcuni comunicati di Mediaset sono diffamatorie e siamo pronti a sostenerlo davanti alla giustizia".

 

ARNAUD DE PUYFONTAINE E GIUSEPPE RECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINE E GIUSEPPE RECCHI

In ogni caso, conclude de Puyfontaine, la diatriba non ferma il progetto di Vivendi di "creare un gruppo francese leader mondiale dei contenuti". Su questo fronte, dice, "faremo di tutto per trovare una soluzione con Mediaset, ma non è una conditio sine qua non. Ci sono altri attori in Italia. Da maggio 2015 abbiamo iniziato un viaggio in Telecom Italia, che ci permette di avere un piede nelle infrastrutture e ci mette in una buona posizione strategica".

 

 

2. VIVENDI E MEDIASET DI NUOVO AL TAVOLO - OGGI INCONTRO A MILANO TRA I DUE GRUPPI PER MODIFICARE L’ACCORDO DI APRILE

Giovanni Pons per “la Repubblica

 

piersilvio berlusconi mediaset vivendi piersilvio berlusconi mediaset vivendi

Mediaset e Vivendi tentano di riannodare i fili della trattativa dopo lo strappo della settimana scorsa che ha portato le due società a minacciare reciprocamente le vie legali per risolvere la questione del passaggio di mano della pay tv Premium. Oggi, infatti, a quel che risulta a Repubblica, i rappresentanti dei due gruppi torneranno a sedersi intorno a un tavolo a Milano per verificare se ci sono spazi per la rappacificazione.

 

Un primo sforzo pare sia stato già fatto e riguarda l’ingresso di Vivendi nell’azionariato di Mediaset, inizialmente previsto al 3,5% ma poi rivisto al 15% nella lettera inviata lunedì scorso da Arnaud de Puyfontaine ai vertici del Biscione. In realtà nella nuova proposta dei francesi Vivendi potrebbe salire dal 3,5% al 7% dopo i primi diciotto mesi sulla base del fatto che la quota reciproca di Mediaset in Vivendi, inizialmente al 3,5%, raddoppierà i diritti di voto come previsto dalla legge francese.

 

cyrill vincent e yannick bollore cyrill vincent e yannick bollore

Fissato questo punto ora si apre una nuova trattativa per il piano sottostante, cioè il controllo di Mediaset Premium che nel contratto vincolante di aprile scorso spettava al 100% ai francesi per un valore di circa 650 milioni. Il problema è che in questo momento né Mediaset né Vivendi vorrebbero consolidare Premium nel proprio bilancio con il suo fardello di perdite già previste. Per questo si sta pensando a una soluzione fifty-fifty, una sorta di co-controllo che permetterebbe a entrambi di non consolidare.

 

vincent bollore dal financial times vincent bollore dal financial times

Oppure due terzi di Premium a Vivendi e un terzo a Mediaset. E’ proprio su queste opzioni al piano inferiore che si concentreranno gli incontri di oggi e quelli a venire per arrivare a una soluzione che soddisfi entrambe le parti. Perché se è vero che il contratto firmato ad aprile è vincolante e senza clausole che prevedano l’uscita è anche vero che una causa legale richiederebbe anni per arrivare a sentenza e nel frattempo il fardello di Premium ricadrebbe tutto sui conti Mediaset visto che non ci sono compratori alternativi all’orizzonte.

 

SILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONI SILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONI

La situazione ha cominciato a precipitare giovedì 21 luglio quando Pier Silvio Berlusconi e Marco Giordani sono volati a Parigi per incontrare Vincent Bolloré, de Puyfontaine e Tarak Ben Ammar. In quell’occasione Bolloré ha manifestato l’intenzione di non volersi assumere per intero il controllo di Premium per non consolidarla nei conti Vivendi.

 

Il finanziere bretone negli ultimi due mesi ha visto i valori delle partecipate di Vivendi deteriorarsi: in Telecom la perdita potenziale è di circa 1,5 miliardi, in Canal Plus il rosso è ancora sui 400 milioni, ma anche la partita dei giochi con l’operazione Ubisoft è in perdita. E nel bilancio 2016, se le cose non migliorano, Vivendi potrebbe essere costretta a registrare minusvalenze che potrebbero essere cavalcate dai fondi attivisti presenti nel capitale.

VINCENT BOLLORE TARAK BEN AMMAR VINCENT BOLLORE TARAK BEN AMMAR

 

Di qui il passo indietro che però è stato preso male fin da subito dai vertici di Mediaset che già venerdì 22 hanno fatto arrivare a Vivendi una lettera dallo studio Chiomenti che intimava al rispetto del contratto. Il lunedì 25 il patatrac ad opera di de Puyfontaine, che con una missiva ufficiale proponeva un nuovo accordo in cui Vivendi sarebbe salita al 15% di Mediaset. Lettera che non poteva non essere discussa nel cda del 28.

 

 

 

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