Marco Palombi per “il Fatto quotidiano”
Come quasi tutti sanno, Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sono due prestigiosi economisti che, a intervalli pressappoco regolari, spiegano ai lettori come va il mondo dalla prima pagina del CorSera. Cose imprescindibili tipo: Il crac Lehman?
Una crisetta passeggera. In generale i due appartengono alla scuola religiosa che ha come dogma primario il fatto che la spesa pubblica è il male. Se tu gli chiedi: e la spesa pubblica? Loro: Male.
Ieri, ribadendo che "spesa pubblica = male", hanno però scritto una cosa che ci ha colpito: "La scarsità di domanda a livello globale dipende in gran parte dalla straordinaria quantità di risparmio delle famiglie cinesi". Dice: il resto del mondo risparmia molto meno, mica gli si può chiedere di spendersi tutto. Basterebbe dare a tutti 'sti cinesi sanità e pensioni pubbliche (sic) e quelli, felici, spenderebbero come pazzi portandoci fuori dalla recessione.
Curioso perché proprio Giavazzi il 17 marzo sempre sul Corriere scriveva un editoriale contro il memorandum Italia-Cina per dire che "l' Italia nel 2018 ha un 'eccesso di risparmio' di 45 miliardi di euro l' anno": "Insomma, il nostro problema è che investiamo troppo poco", mica ci servono i cinesi. Non è chiaro come si concilino queste due affermazioni, né se sia necessario che lo facciano in quello che un ottimista chiamerebbe il pensiero del duo: a nostro parere, però, il combinato disposto delle due tesi conferma almeno quel vecchio adagio secondo cui il battito d' ali d' una cazzata in Asia può creare una tempesta in un bicchier d' acqua a Milano.