Estratto dell'articolo di Mario Sensini per il “Corriere della Sera”
MEME SU GIUSEPPE CONTE E SUPERBONUS BY USBERGO
[…] Il costo del Superbonus sfuggito di mano è ancora da calcolare, ma gli sgravi edilizi stanno creando altre serie preoccupazioni nel governo.
Un danno collaterale, un effetto «altamente pernicioso» per usare le parole del ministro: i lavori sull’edilizia residenziale finanziati dal 110%, e ancor più oggi che i cantieri hanno scadenze impellenti, stanno facendo concorrenza e mettendo in crisi le opere pubbliche del Pnrr, ma anche la ricostruzione nelle aree colpite dai terremoti negli anni passati. Un effetto spiazzamento.
Le imprese disposte a fare i lavori sono sempre meno, nonostante la domanda straordinaria, la manodopera è diventata difficilissima da trovare, sempre meno imprese partecipano ai bandi e le gare deserte, di cui parla sempre più spesso il ministro dell’Economia, stanno crescendo a ritmo altissimo.
Secondo la Banca dati nazionale dei contratti pubblici dell’Anac, l’Autorità anticorruzione che monitora la correttezza degli appalti, nell’ultimo anno sono salite a 1.274 le gare che sono andate deserte, o che non sono state aggiudicate per offerte irregolari oppure incongrue. Settecento solo negli ultimi cinque mesi, per un valore complessivo di 1 miliardo e 503 milioni di euro. Sono quasi 900 milioni di euro di lavori pubblici che non hanno trovato imprese disposte ad eseguirli, neanche ai nuovi prezzi, aumentati di circa il 20%, neanche con le procedure negoziate o gli affidamenti diretti.
Tra i bandi di gara più ricchi che le imprese hanno ignorato, ci sono la scuola dell’infanzia di Badia, la nuova scuola primaria di San Gimignano, l’ospedale psichiatrico dell’Aquila, tutti appalti sui 5 milioni di euro. Ma ci sono moltissime opere più piccole che sono state messe inutilmente a bando. Non sono tantissimi rispetto ai 95 mila progetti del Pnrr messi a gara finora, per 53 miliardi di euro. Ma le gare deserte sono sempre di più, e le imprese che partecipano ai bandi sono sempre di meno.
«Nei grandi lavori la concorrenza del 110% non c’è, le imprese sono diverse, ma c’è comunque un grave problema di manodopera nei cantieri» spiega un alto dirigente del gruppo Fs. «Quasi pirateria. Squadrette di cottimisti che spariscono da un giorno all’altro per eseguire altri lavori», aggiunge. Ad alcune gare di appalto, ci spiega, oggi partecipano due o tre imprese, quando prima erano in venti. E di conseguenza pure i ribassi d’asta sono molto ridotti, se non inesistenti.
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Se i grandi appalti vanno avanti, a soffrire di più sono i progetti nei piccoli cantieri, che procedono a singhiozzo, anche per la penuria di materiali, altro problema. La rigenerazione urbana dei Comuni, che sta per essere sfilata dal Pnrr e finanziata in altro modo, il dissesto idrogeologico.
Dove la concorrenza del 110% è diretta e spietata, invece, è sulle ricostruzioni post sisma. In Centro Italia, come in Abruzzo, quest’anno sono stati presentati pochissimi nuovi progetti per la ricostruzione delle case. Non si trovano le imprese per fare i lavori, e soprattutto quelle che si comprino quel pezzetto di 110% a cui i proprietari possono accedere per coprire la spesa che gli resterebbe in accollo, eccedente il contributo pubblico di ricostruzione.
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