Marco Lombardo per “il Giornale”
SPUNTA BLU GRIGIA E ORO TWITTER
Non è il solito capriccio di Elon Musk, ma la resa di un mondo che ha scoperto che la libertà si paga, se mai davvero esista. «È gratis e lo sarà sempre» declamava facebook nei primi anni del suo sogno di connettere il pianeta per evolverlo. E adesso che quella scritta non c'è più, non basta più aver trasformato i dati degli utenti in moneta sonante: ora ci vogliono soldi veri.
MEME SULLA SPUNTA BLU A PAGAMENTO SU TWITTER
Twitter dunque è solo l'inizio, e la spunta blu di fianco al proprio account - che da oggi diventa a pagamento - è qualcosa che cambierà anche internet. E che spegnerà il sogno di chi ha pensato che la Rete di, e per, tutti non fosse roba da vil denaro. Secondo Musk quel prezzo è di 8 dollari, tanto quanto costa il servizio «TwitterBlue» che certifica se un account sia verificato oppure no.
E in realtà poi non è solo questo: i colori saranno anche oro (per le società) e grigio (per le istituzioni), e soprattutto per chi usa prodotti Apple il costo sale a 11 dollari, una vera dichiarazione di guerra del nuovo boss di twitter nei confronti di Cupertino, rea di far pagare una tassa del 30% su qualsiasi app passi dal suo store. Una battaglia tra giganti che, si dice, stiano addirittura valutando a chi e quanto costi un divorzio traumatico tra le parti.
Di certo però c'è che per adesso ad aprire il portafoglio saranno gli utenti, se lo vorranno (ma scommettiamo che lo vorranno?), in attesa che altri social facciano lo stesso: twitter promette che gli account premium avranno servizi dedicati e niente pubblicità (ma se cambieranno nome o foto dovranno aspettare una nuova verifica per riavere la spunta blu), e la stessa cosa sta studiando da un po' Meta per facebook e instagram. Serie A e serie B, insomma, un po' come nella vita reale.
Non sarà certo questo a fermare uno come Elon Musk: «Domani i bot avranno una sorpresa» ha annunciato ieri intendendo che la libertà dalle false notizie sia alle porte, anche per la decisione di cancellare un miliardo e mezzo di account sospetti.
Ma se da una parte ci sono i suoi «files» redatti da giornalisti indipendenti che raccontano come il social sia stato per anni in balìa della faziosità politica, dall'altra ci sono le sue continue decisioni quotidiane, come quella di licenziare anche degli addetti delle pulizie (7500 dipendenti non gli sono bastati) e di minacciare di far fuori chiunque in società parli con la stampa. In tutto questo la verità sta nel mezzo, e da oggi ha un prezzo di listino.