Giuliana Ferraino per il “Corriere della Sera”
Enel dà l'addio alla Russia con un assegno di circa 137 milioni di euro, incassato dalla cessione di 3 centrali a gas (per circa 5,6 GW di capacità) e due impianti eolici, uno in funzione e l'altro in costruzione, da 300 MW di capacità. Nel 2019 il gruppo guidato da Francesco Starace aveva già venduto una centrale a carbone negli Urali, per ridurre la generazione di elettricità da fonti fossili.
La guerra di Vladimir Putin all'Ucraina ha accelerato il disinvestimento, con la cessione dell'intera partecipazione, pari al 56,43% nel capitale della controlla Pjsc Enel Russia, quotata in Borsa a Mosca, a Lukoil e al fondo Gazprom Frezia. A un prezzo inferiore ai circa 200 milioni che la quota valeva 18 mesi fa.
Enel aveva già raggiunto l'accordo di cessione degli asset russi a metà giugno, ma all'inizio di agosto il Cremlino ha emanato un nuovo provvedimento che vieta a tutte le aziende di Paesi considerati ostili da Mosca di vendere asset in Russia. Ma sono previste eccezioni. Che l'acquirente Lukoil ha fatto valere per Enel. Dopo l'approvazione della vendita da parte del presidente Putin e il via libera dell'autorità antitrust russa alla fine del mese di settembre, perciò Enel ha potuto perfezionare l'operazione.
Dopo l'uscita dal mercato russo, Enel si concentrerà soprattutto nei Paesi in cui ha una posizione integrata lungo la catena del valore può guidare la crescita, facendo leva sulle opportunità offerte dalla transizione energetica. Già oggi oltre la metà della capacità generata deriva da fonti rinnovabili che fanno di Enel il primo operatore mondiale privato nelle fonti green. Il 22 novembre, in occasione della presentazione del nuovo piano strategico, Starace annuncerà i prossimi obiettivi del gruppo, che quest' anno compie 60 anni.
L'operazione russa nel complesso ha generato un effetto positivo sull'indebitamento finanziario netto consolidato per circa 610 milioni e un impatto negativo sull'utile netto di circa 1,3 miliardi, dovuto principalmente al rilascio della riserva di conversione cambi, per circa un miliardo al 30 settembre. Ma questo effetto contabile non avrà impatto sui risultati economici ordinari, precisa il gruppo elettrico.
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