URSULA VON DER LEYEN E MARK RUTTE
«In Europa ci sono paradisi fiscali» che «drenano risorse ai Paesi dove il valore è prodotto» senza doversi nemmeno preoccupare «dei costi degli ammortizzatori sociali» perché nei loro territori non hanno fabbriche ma solo sedi legali e fiscali.
Paesi che usano «il proprio fisco come leva competitiva sleale con effetti negativi sulla coesione dell' Unione europea». Paesi che, infine, «affiancano il dumping fiscale alla pretesa di imporre uno stretto rigore di bilancio da Paesi dei quali drenano risorse». Il presidente dell' Autorità Antitrust, Roberto Rustichelli, non ha usato giri di parole, durante il suo intervento alla XIV commissione della Camera (Politiche dell' Unione Europee) .
roberto rustichelli presidente antitrust 3
«Paesi come l' Irlanda, l' Olanda e il Lussemburgo sono veri e propri paradisi fiscali nell' area euro, che attuano pratiche fiscali aggressive che danneggiano le economie degli altri Stati membri» ha scandito aggiungendo che i loro «elevatissimi tassi di crescita» altro non sono che il risultato di queste «pratiche sleali».
«A causa della concorrenza fiscale sleale a livello europeo, il fisco italiano - spiega il presidente dell' Antitrust - perde la possibilità di tassare oltre 23 miliardi di dollari di profitti: 11 miliardi di profitti vengono spostati in Lussemburgo, oltre 6 miliardi in Irlanda, 3,5 miliardi in Olanda e oltre 2 miliardi in Belgio. Ciò comporta un danno per l' Italia che può essere stimato tra 5 e 8 miliardi di dollari l' anno».
Negli ultimi 5 anni il Pil italiano è cresciuto solo del 5%, elenca Rustichelli, mentre il Pil dell' Irlanda è cresciuto di quasi il 60%, quello del Lussemburgo del 17% e quello dell' Olanda del 12%.
«Questo anche perché gli investimenti internazionali si adattano alla geografia della concorrenza fiscale».
Elkann CAMPARI giuseppe conte intervistato da de telegraaf mark rutte giuseppe conte