Benedetta Guerrera per l’ANSA
Joe Biden canta vittoria per l'accordo sul debito raggiunto in extremis dopo maratone negoziali e colloqui notturni, e preme sul Congresso affinché lo approvi rapidamente evitando così il primo default nella storia degli Stati Uniti. "L'accordo bipartisan che abbiamo raggiunto è un passo in avanti ed eviterà una catastrofe", ha dichiarato il presidente parlando alla Casa Bianca per la prima volta da quando la notizia dell'intesa era trapelata sul New York Times.
Biden ha ribadito che si tratta di un compromesso e quindi non tutti hanno ottenuto quello che volevano ma, ha sottolineato, il piano permetterà di salvare milioni di posti di lavoro e andare avanti con l'agenda della sua amministrazione. "Non ho fatto molte concessioni ai repubblicani", ha detto rispondendo alle critiche di alcuni democratici.
Quindi ha rivolto un "forte appello" a Camera e Senato a dare il via libera e mandare l'accordo sulla sua scrivania per la firma. Il voto alla Camera è previsto per mercoledì; sarà una corsa contro il tempo per chiudere l'iter entro il 5 giugno, la data oltre la quale il dipartimento del Tesoro non avrà più fondi per finanziare le attività del governo, come ha avvertito la segretaria Janet Yellen.
Prima del presidente era intervenuto l'altro artefice dell'impresa, lo speaker Kevin McCarthy, che Biden ha elogiato per aver negoziato "in buona fede". Il repubblicano ha sottolineato "gli storici tagli alla spesa e le riforme significative che aiuteranno le persone in difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro", rivendicando che "non ci sono nuove tasse, ne' nuovi programmi del governo".
Al di là delle dichiarazioni dell'uno o dell'altro, secondo gli analisti l'intesa è un successo per il presidente e la sua squadra, che sono riusciti a ridimensionare le richieste iniziali del Gran old party. Il compromesso prevede, infatti, un aumento del debito per i prossimi due anni in cambio di alcuni tagli sull'agenda del governo che, per quanto McCarthy li abbia definiti "storici", sono molto lontani dall'obiettivo di 130 miliardi di dollari voluto dai repubblicani.
Per la difesa ad esempio, uno dei punti sul quale il presidente è stato irremovibile soprattutto rispetto all'assistenza all'Ucraina, è stato stabilito un budget di 886 miliardi di dollari, con un aumento di circa il 3,5%, proprio come voleva Biden. Nè sono state tagliate le cure mediche per i veterani, un'altra richiesta del 'commander-in-chief'. Qualcosa, invece, l'amministrazione ha dovuto cedere sui requisiti per l'accesso al welfare, uno dei nodi più difficili da sciogliere negli ultimi giorni della trattativa.
Alla fine i repubblicani sono riusciti a portare da 49 a 54 l'età fino alla quale chi vuole beneficiare di alcune forme di assistenza, tra cui i buoni pasto, deve trovare un lavoro. Su questo punto Biden ha definito "ridicole" le critiche di chi sostiene che le nuove regole toglieranno il pane di bocca a chi ne ha più bisogno. Anche i tagli ai fondi dell'Irs, la potentissima agenzia fiscale americana, sono stati minimi rispetto alle aspettative di McCarthy e i suoi. Alla Camera, dove il Grand old party ha un margine abbastanza risicato e i voti dei soli moderati di entrambi i partiti potrebbero non bastare, il patto si scontrerà con l'opposizione dell'ala più estremista di entrambi i partiti.
Da una parte ci sono i trumpiani, i repubblicani che non vogliono più sostenere Kiev o che considerano il compromesso un fallimento dell'obiettivo di ridurre drasticamente le spese. Dall'altra i liberal che ritengono inaccettabili i tagli al welfare e temono passi indietro su alcuni punti fondamentali dell'agenda di Biden come la lotta al cambiamento climatico.