Francesco Spini per “La Stampa”
Affare fatto tra Tim e Open Fiber. Il cda di FiberCop, la controllata di Telecom che ne detiene la rete secondaria, ha dato il via libera all'accordo commerciale con Open Fiber. In virtù di questo, per ora solo nelle aree bianche (quelle meno appetibili, molte delle quali rurali), la società controllata da Cdp potrà velocizzare la cablatura grazie all'utilizzo di pali, cavi e canaline di FiberCop e coprire così l'ultimo miglio fino a casa dei clienti finali, a fronte di un canone (chiamato Iru) che per un uso ventennale consisterà in oltre 200 milioni di euro, in tutto circa 230, che saranno pagati in 5-6 anni.
A sbloccare la situazione di un'intesa già raggiunta a fine febbraio tra l'ad di Tim Pietro Labriola e il numero uno di Open Fiber, Mario Rossetti, è stato il via libera di Kkr, il fondo americano socio di FiberCop che con il 37,5% vanta diritti di veto su operazioni strategiche.
Per settimane il fondo infrastrutturale ha tenuto in forse l'accordo. Non era tanto una questione di soldi, visto che la cifra è rimasta sostanzialmente quella concordata in origine. Per dare il via libera è stata però inserita una sorta di «clausola Kkr», volta a sterilizzare il valore dell'accordo ai fini della valutazione di Open Fiber e NetCo, la società di rete che sarà scorporata da Tim in cui confluirà anche FiberCop, quando si discuterà della loro fusione.
Gli effetti dell'intesa, insomma, non saranno calcolati. Quello delle valutazioni, del resto, sarà il tema più delicato e controverso, su cui Kkr (come anche Vivendi) non intende transigere per difendere il proprio investimento che già oggi, come da contratto, gli garantisce un ritorno del 9% nel medio periodo.
Ora siamo alla stretta finale per arrivare a una nuova lettera di intenti (memorandum of understanding) che definirà tempi e modi per realizzare la rete unica. Sul tavolo c'è la questione del perimetro di NetCo, in cui Cdp chiede di inserire asset ora destinati alla ServCo, la parte che sarà dedicata ai servizi. Si tratterebbe di attività sensibili per la sicurezza nazionale ma non solo.
Si punta però a trovare una quadra per firmare la lettera già settimana prossima, quando sarà convocato, in proposito, un cda di Tim. Intanto prosegue il dialogo sui fronti aperti. Ad esempio sull'offerta di Cvc, che punta a una minoranza della futura TopCo, la società dedicata ai servizi per le grandi imprese. I contatti proseguono anche se rarefatti: in ogni caso, se riterrà, Cvc dovrà riformulare l'offerta visto che il cda, rimandando risposte formali a quando la società ci sarà, ha considerato bassa la valutazione d'impresa da 6 miliardi.
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