F.Gor. per “La Stampa”
Il tempo dei tagli nell'universo della finanza internazionale è appena iniziato. Dopo Goldman Sachs, anche BlackRock ha deciso di sforbiciare il proprio organico. Meno 2,5% della propria forza lavoro, pari a circa 500 persone. Simbolico che sia la prima volta dal 2019.
Laddove non è riuscita la pandemia, ci ha pensato il combinato disposto di guerra, inflazione e rischio di recessione. E sempre nell'ottica del ridimensionamento strutturale, Credit Suisse studia una riduzione del 50% dei bonus per il 2022.
Anche i colossi sono fragili. «L'incertezza che ci circonda rende più importante che mai stare al passo con i cambiamenti del mercato e concentrarsi sui risultati per i nostri clienti», hanno affermato i due numeri uno di BlackRock, l'ad Larry Fink e il presidente Rob Kapito. A incidere sul più grande asset manager globale, la gestione dei forti ribassi azionari e obbligazionari dello scorso anno.
E poi c'è il Credit Suisse. Dopo un anno fra i più complicati della sua storia, la seconda banca elvetica ha lanciato il piano di ristrutturazione. Nell'ottica di abbattere i costi, Paradeplatz sta valutando una riduzione del 50% i bonus relativi al 2022. Vale a dire un contrazione a quota 1 miliardo di franchi svizzeri, un terzo rispetto ai 2,9 miliardi di due anni prima.
«Stiamo ragionando su tutte le operazioni in grado di creare valore, ma a questo punto non ci sono decisioni nette», commentano fonti dell'istituto bancario. Che non è il solo big dell'investimento ad agire in tale direzione.
Da Citi a J.P. Morgan, passando per Goldman Sachs, Morgan Stanley, Bank of America-Merrill Lynch e Wells Fargo, tutti i giganti di Wall Street hanno in previsione di non elargire maxi bonus. I comitati di remunerazione si stanno riunendo in queste settimane. Sorprese possono arrivare.
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