Estratto dell'articolo di Claudio Del Frate per www.corriere.it
Un anno fa avevamo lo spauracchio dell’inverno al gelo e della necessità di razionare i consumi di gas. Oggi ci ritroviamo invece nella situazione opposta, con riserve intaccate molto meno delle previsioni e che con la prospettiva che anche il prossimo inverno - ragionevolmente - non porterà con sè una crisi dell’energia. Lo scenario è tracciato da uno studio dell’Ispi (Istituto perla politica internazionale) che ha analizzato domanda e offerta in Italia arrivando a una conclusione in forma interrogativa: «C’è persino troppo gas?».
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«Per l’Italia e L’Europa è appena terminato l’inverno peggiore» afferma il report di Ispi. A fine aprile rimanevano a disposizione 11 miliardi di metri cubi di gas mentre le riserve strategiche (cioè la soglia che potremmo definire di sicurezza) è di 4,6 miliardi. […] Più fattori hanno permesso di scongiurare l’orizzonte peggiore: ad esempio l’inverno mite o il fatto che le forniture dalla Russia non sono cessate del tutto.
Pericolo alle spalle, dunque ma non del tutto scongiurato: come sarà il prossimo inverno? Lo studio di Ispi si mostra ampiamente ottimista: «Salvo sorprese (come eventuali problemi con le esportazioni di gas da parte dei nostri principali fornitori attuali), l’Italia riuscirà a riempire tranquillamente i propri stoccaggi in preparazione dell’inverno».
Teoricamente - ragiona il dossier - l’Italia potrà disporre di 36 miliardi di metri cubi di gas. Anche volendo eliminare due componenti incerte (una quota di 2,5 miliardi provenienti dalla Russia e un’altra di 1,7 garantita dal rigassificatore di Piombino), l’Italia potrà contare su 34 miliardi; nel 2021 i consumi totali avevano toccato i 27,6 miliardi , lo scorso inverno questa quota è scesa del 20%.
Conclusione di Ispi: «È probabile che le forniture di gas naturale per l’Italia non corrano rischi significativi il prossimo inverno. Un risultato straordinario, che fino alla seconda metà del 2022 era messo del tutto in discussione».
Le buone notizie sul fronte stoccaggi sono confermate anche da Snam la società che si occupa dello stoccaggio e della distribuzione del gas in Italia. Secondo dati dell’azienda a fine marzo le riserve in Italia erano al 60% della capacità, a fine aprile dovrebbero essere cresciuti ulteriormente.
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Tutto ciò potrebbe aver un effetto calmierante sui prezzi della stagione a venire: oggi il gas si paga 38 euro al kilowattora, ben lontani dallo shock di 300 e passa euro toccati l’anno scorso ma pur sempre il doppio rispetto a quanto era necessario sborsare prima che la Russia invadesse l’Ucraina.
Crisi superata, dunque? No: secondo fonti Snam perché il prossimo inverno sia davvero tranquillo dovranno riprodursi alcune condizioni oggi imprevedibili. Le temperature saranno ancora miti? La Russia metterà ancora a disposizione la sua quota di gas? L’economia cinese dopo un anno di appannamento riprenderà vigore provocando nuove tensioni sui prezzi e sulla disponibilità delle forniture?
PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI
Viene inoltre fatto notare che gli stoccaggi coprono solo il 25%della domanda e se le punte giornaliere invernali fossero elevate potrebbero manifestarsi criticità. Infine nell’ultima stagione fredda si è fatto ricorso di più al carbone e l’Italia ha esportato 4 miliardi di metri cubi verso l’Austria in nome della solidarietà europea.
Cautela che fa propria anche Ispi nella conclusione del suo report: «La crisi non è passata. Ma l’Italia è uscita da quest’inverno da una posizione di estrema forza. Che non ha solo ridotto la bolletta del gas del 50% e quella della luce del 65%, ma che ci consente di guardare con ottimismo anche alla fase di preparazione al prossimo autunno e inverno».
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