Estratto dell’articolo di Luca Cifoni per “Il Messaggero”
FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE
Le entrate spingono i conti pubblici del nostro Paese e in misura minore potrebbero continuare a farlo anche nel complicato 2023 che si profila. Il nuovo governo però dovrà confrontarsi, oltre che con la necessità di tamponare la crisi energetica in un contesto di probabile recessione, anche con quella di gestire il debito pubblico. Lo ha ricordato ieri il Fondo monetario internazionale, che ha comunque evidenziato in positivo i progressi del nostro Paese sul fronte degli approvvigionamenti di gas: la diversificazione delle fonti ha permesso di ridurre i rischi.
giorgia meloni parla con giancarlo giorgetti alla camera
Nella Nadef, la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, l'esecutivo guidato da Mario Draghi aveva quantificato in circa 10 miliardi (lo 0,5 per cento del Pil) la somma disponibile per finanziare un nuovo pacchetto di aiuti a famiglie e imprese. Si tratta più esattamente della differenza tra l'obiettivo di deficit fissato in primavera e il disavanzo effettivo atteso per la fine dell'anno, migliore della precedente previsione grazie proprio all'ottimo andamento delle entrate.
Che il gettito tributario sia fortemente positivo lo ha confermato ieri anche la Banca d'Italia. Le entrate nei primi otto mesi dell'anno hanno toccato quota 330,5 miliardi, 42,3 in più rispetto allo stesso periodo del 2021: l'incremento percentuale è del 14,7 per cento. […]
Il flusso dei tributi beneficia dei comportamenti dei contribuenti ma soprattutto dell'andamento dell'inflazione, che gonfia in particolare imposte come l'Iva. Il debito pubblico, informa sempre la Banca d'Italia, è calato ad agosto di 12,8 miliardi rispetto al picco del mese precedente, attestandosi a 2.757,8 miliardi. […]
Da Washington […] Alfred Kammer, direttore del Dipartimento europeo del Fmi, spiega che «in una situazione di minor crescita e aumento dei tassi d'interesse, l'Italia dovrà essere molto concentrata sulla sua situazione di bilancio, sulla riduzione del rapporto debito/Pil nel solco del precedente governo, e gli sviluppi più recenti richiederanno uno sforzo di bilancio più ambizioso».
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Intanto però l'inflazione si ripercuote sull'andamento dell'economia scoraggiando i consumi delle famiglie. Confcommercio ha calcolato per il mese di settembre una riduzione su base annua del 2 per cento. A essere sacrificati sono gli acquisti di elettrodomestici e mobili, ma la prudenza inizia a farsi sentire anche per voci come l'abbigliamento e gli alimentari.
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