1. MONDRIAN, TUTTO SUL FONDO CHE VUOLE BRUCIARE SCARONI E CATTANEO ALL’ENEL
Estratto dell’articolo di Marco Dell’Aguzzo per www.startmag.it
Il rinnovo del consiglio di amministrazione di Enel non sembra essere piaciuto granché ad alcuni fondi stranieri.
Dopo Covalis, infatti, un’altra società di gestione degli investimenti, Mondrian Investment Partners, si è detta “estremamente delusa dalla totale mancanza di trasparenza nel processo e nei criteri di nomina” del nuovo consiglio di Enel, la più grande azienda elettrica italiana e una delle maggiori in Europa. Mondrian possiede l’1,7 per cento di Enel. Il ministero dell’Economia e delle finanze ha una quota del 23,6 per cento.
[…] CRITICHE E TIMORI DI MONDRIAN
Secondo Mondrian c’è stata una “assenza di coinvolgimento da parte del governo italiano, nonostante i nostri sforzi per avviare un dialogo costruttivo”. Mondrian teme che la sostituzione d Starace con Cattaneo si ripercuoterà sulla strategia di Enel per la transizione energetica, giudicata positivamente.
[…] La società dice di ritenere che una “possibile significativa interruzione della strategia e della gestione di Enel non sia nell’interesse degli azionisti e che l’opacità del processo ponga ulteriori seri interrogativi sulla qualità della corporate governance di Enel”.
TUTTO SU MONDRIAN INVESTMENT PARTNERS
Mondrian Investment Partners è una società britannica di gestione degli investimenti. È stata fondata nel 1990 e possiede uffici sia a Londra che a Philadelphia, negli Stati Uniti. Si dichiara indipendente, essendo interamente di proprietà di “oltre la metà” dei 186 dipendenti attraverso la Atlantic Value Investment Partnership.
In merito ai fattori ESG – quelli che cercano di misurare la “sostenibilità” ambientale, sociale e di governance di un investimento -, il fondo dice di credere che la loro “inclusione sia essenziale per comprendere i rendimenti corretti per il rischio sia per le strategie ESG dedicate che per quelle standard”.
L’amministratore delegato di Mondrian è Clive Gillmore, già gestore di portafogli per Hill Samuel Investment Advisers e per Legal and General Investment Management. […] Stando a un brief della banca Morgan Stanley, al 31 dicembre 2022 Mondrian gestiva asset per un valore totale di 43,300,455,465 dollari.
2. TUTTO SUL FONDO COVALIS CHE VUOLE ENTRARE NEL CDA DI ENEL
Estratto dell’articolo di Marco Dell’Aguzzo per www.startmag.it
PAOLO SCARONI - SILVIO BERLUSCONI - ALEXEY MILLER - VLADIMIR PUTIN
La società britannica di gestione investimenti Covalis Capital ha presentato […] una lista alternativa di amministratori indipendenti per il consiglio di amministrazione di Enel.
Covalis è azionista di Enel da molto tempo, dal 2004, ma con una quota piccola, di circa il 3 per cento. Ha sede nelle isole Cayman, territorio d’oltremare del Regno Unito.
LA PROTESTA DI COVALIS
In una nota, il fondo – che investe in infrastrutture, servizi di pubblica utilità, energia rinnovabile e materie prime – dichiara che “l’incertezza che circonda il processo di nomina del consiglio di amministrazione contribuisce a far sì che le azioni di Enel vengano scambiate a sconto rispetto alle società del settore”; di conseguenza, l’azienda ha “un costo del capitale più elevato di quanto sarebbe altrimenti”.
CHI C’È NELLA LISTA ALTERNATIVA PER ENEL
Nella lista di Covalis compaiono i nomi di Marco Mazzucchelli, banchiere; Francesco Galietti, fondatore della società di consulenza Policy Sonar; Monique Sasson, avvocato presso D R Arbitration & Litigation; Leilani Latimer, Paulina Beato e Daniel Lacalle (qui tutti i nomi, i curricula e le mire del fondo Covalis in Enel).
LE CRITICHE DI ZACH MECELIS AL GOVERNO
Il capo di Covalis Capital, Zach Mecelis, ha detto di credere che “gli investitori internazionali, i dipendenti e le società in cui Enel opera meritino di meglio” rispetto alla lista proposta dal governo di Giorgia Meloni.
Mecelis ha parlato di “opacità del processo” di rinnovo del consiglio di amministrazione, che gli azionisti di Enel – così come quelli delle altre società partecipate dallo stato italiano – dovranno approvare nelle prossime assemblee. Quelli di Enel si riuniranno il 10 maggio prossimo. “Sentiamo la responsabilità di avviare un dibattito. Vogliamo”, ha aggiunto, “un consiglio di amministrazione diversificato e indipendente, che rifletta la natura internazionale dell’azienda e della sua base di azionisti”.
LA “NATURA INTERNAZIONALE” DI ENEL
Mecelis ha detto che la lista presentata da Covalis riflette meglio la “natura internazionale” di Enel “e della sua base di azionisti”.
L’azionista principale di Enel è il ministero dell’Economia e delle finanze con una quota del 23,6 per cento. Se si guarda alla provenienza geografica degli investitori, tuttavia, si nota come l’Italia rappresenti solo il 6,7 per cento; il Nordamerica, invece, vale quasi il 45 per cento, il Regno Unito il 12 per cento e il resto d’Europa il 29 per cento.
“Non intendiamo creare nessun processo destabilizzante per Enel”, ha assicurato Mecelis. “Vogliamo mettere la società in condizione di realizzare il suo potenziale di leader nella transizione energetica […]”.
UN “PROCESSO TOSSICO”, SECONDO MECELIS
Come ricorda il Financial Times, di solito gli azionisti di minoranza di Enel non contestano le proposte del governo per il rinnovo del consiglio di amministrazione, dove ottengono tre posti su nove.
Mecelis, invece, ha detto al quotidiano britannico che “gli azionisti dovrebbero poter scegliere. È una questione di governance e trasparenza. Voglio che questo processo tossico [si riferisce al processo delle nomine, ndr] finisca”.
[…] Mecelis […] pensa che il titolo della società stia venendo scambiato a un prezzo più basso rispetto alle rivali europee – come la spagnola Iberdrola e la francese EDF – perché il governo Meloni ha deciso, con le nomine, di privilegiare le relazioni politiche rispetto agli interessi degli azionisti e alla strategia del gruppo.
COSA FA COVALIS
Covalis Capital è una società di investimento con uffici a Londra e a New York, e sede centrale alle isole Cayman. Gestisce asset per circa 1,5 miliardi di dollari.
A maggio 2020 ha lanciato un fondo dedicato agli investimenti “sostenibili” (cioè attenti all’impatto ambientale: si parla in gergo di ESG) con l’obiettivo di raccogliere 1 miliardo di dollari. Si concentra su aziende attive in settori industriali diversi ma accomunate dalla possibilità di ricevere alte valutazioni di mercato una volta che avranno ridotto le loro emissioni.
Al tempo, Mecelis disse che c’era del “caos” attorno agli ESG, che potrebbero però diventare una “opportunità” proficua una volta che verranno definiti degli standard condivisi su quali investimenti sono classificabili come sostenibili e quali no.