Alberto Simoni per “La Stampa”
FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE
Il Fondo monetario internazionale definisce «impressionante la ripresa» dell'economia italiana dopo lo choc della pandemia, ma all'orizzonte vede profilarsi nuove sfide il cui impatto rischia di infliggere un duro colpo alla ripartenza del Paese.
I segnali si scorgono già, tanto che il Fmi nell'Outlook del 27 luglio ha fissato la crescita del Pil italiano nel 2022 al 3% e l'ha drasticamente abbassata per il 2023 allo 0,7%, cifra più bassa fra i principali paesi dell'eurozona.
sergio mattarella mario draghi
La guerra in Ucraina e la spirale sui prezzi dell'energia; il debito pubblico che resta alto (rapporto con il Pil al 147,7% quest' anno, 146,3% nel 2023); la politica monetaria più rigida che ha innescato la frenata dei rendimenti sui titoli e l'aumento dello spread, la corsa dell'inflazione che si attesterà al 6,7% a fine anno e altre voci come la siccità al Nord che stanno provocando un aumento dei prezzi del cibo, sono variabili che gli esperti del Fondo hanno individuato come le più temibili che «rischiano di mettere un freno alla crescita dell'economia italiana».
E' in questo contesto che l'Fmi raccomanda all'Italia di continuare a spingere sulla strada delle riforme - dal diritto civile a quello amministrativo sino alle norme per la concorrenza - per consolidare la produttività del Paese, «stagnante da decenni», e la crescita. Una strategia determinante anche per colmare le differenze di redditività fra «diversi settori e regioni del Paese» e per raggiungere obiettivi di equità e stabilità sociale.
In quest' ottica gli esperti riflettono sulla riforma del catasto sottolineando che da 40 anni è in cantiere e che con l'aumentare del valore del mercato degli immobili, si generano - vista la linearità della tassazione sulla casa - diseguaglianze. Altra criticità foriera di squilibri sociali è il mercato del lavoro. Se la disoccupazione fra il 2022 e il 2023 oscilla fra l'8 e il 9%, la pandemia ha modificato le tipologie di impieghi, visto il ridursi della fascia di persone attive e creato soprattutto posti di lavoro temporanei, un quadro complessivo che ha portato «all'erosione del reddito medio reale».
Gli ispettori del Fondo sono stati in Italia nel mese di maggio e hanno chiuso l'Article IV il 12 luglio con alcune considerazioni aggiuntive. Prima della caduta del governo Draghi, ma con la crisi già in corso tanto che nelle 103 pagine del documento si evidenzia il «clima di incertezza politica» che complica il cammino delle riforme. Il rischio infatti, si legge nell'analisi, è che l'instabilità governativa possa «portare al rallentamento della crescita e a rinnovare le preoccupazioni per la sostenibilità del debito pubblico».
In quest' ottica sono da leggere gli apprezzamenti per la gestione del Pnrr e il richiamo a continuare tempestivamente su quella strada per non perdere fondi e finanziamenti europei.
La raccomandazione è l'invito alla prudenza fiscale e a una razionalizzazione della spesa pubblica necessarie per mantenere la traiettoria del debito in fase calante. In quest' ottica si può leggere la riflessione sull'efficacia del Superbonus (quello del 110% della ristrutturazione), definito «vulnerabile a carichi eccessivi anche se è stata introdotta una misura per ridurre le richieste di crediti fraudolente».
Se la politica monetaria di rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca centrale - pur se su binari diversi dall'aggressività della Federal Reserve Usa - sembra accertata, è lo scenario ucraino quello che più complica le previsioni del Fmi. La probabilità di una destabilizzazione politica e soprattutto un aumento dei prezzi del cibo e dell'energia è ritenuta «alta».
dimissioni di draghi meme by grande flagello
Nei primi cinque mesi del 2022 i prezzi dell'energia sono saliti del 70% (2000 euro l'anno in più per le famiglie). L'impatto che un ulteriore aggravamento della situazione avrebbe su imprese e famiglie è difficilmente quantificabile, ma il Fmi stima potrebbe innescare una seconda «ondata inflazionistica», impattare sugli investimenti, minare la coesione sociale e la stabilità politica. Ecco perché sono fondamentali per il Fondo due elementi: la prima sono i sostegni e i tagli delle accise in bolletta, una «misura importante» ma che deve «avere il carattere di temporalità». In secondo luogo, Roma deve promuovere gli investimenti in energia pulita e rinnovabile.