Francesco Bisozzi per “il Messaggero”
Sono stati abbandonati a loro stessi per tre lunghi mesi. Per 419 mila lavoratori messi in ginocchio dal Covid-19 che attendono di ricevere la cassa integrazione da ormai quasi cento giorni oggi scatta il D-Day: il presidente dell'Inps Pasquale Tridico ha dichiarato infatti che tutte le domande per la cig rimaste giacenti sarebbero state saldate entro il 12 giugno.
Qualcuno però rischia di rimanere all'asciutto. Nel frattempo il ministero del Lavoro punta a estendere a fine anno la cassa integrazione e il divieto di licenziamenti: il decreto Rilancio ha portato la scadenza di questo scudo per i lavoratori al 17 agosto. Ma la strada è in salita.
A suo tempo il premier Giuseppe Conte aveva garantito che le nove settimane di ammortizzatori sociali previste dal decreto Cura Italia di marzo sarebbero state corrisposte entro il 15 di aprile, nonostante lo scetticismo degli esperti.
luigi di maio pasquale tridico
E c'è chi ancora adesso è pronto a scommettere che pure la scadenza di oggi verrà disattesa e che non tutti i 419 mila lavoratori in attesa della cassa integrazione riceveranno il denaro che spetta loro. Si tratta insomma di una corsa contro il tempo. Per la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo il bicchiere tuttavia è mezzo pieno.
roberto gualtieri giuseppe conte 3
Così l'inquilina di via Fornovo: «Siamo entrati a regime, la cassa integrazione è stata erogata a più di 7 milioni di beneficiari. Nei prossimi giorni si cercherà di arrivare a pagare tutti coloro i quali hanno inviato i dati dei lavoratori, perché ricordo che è l'azienda che prenota la cig e deve inviare i dati».
PASQUALE TRIDICO NUNZIA CATALFO
Ammontano a circa 2.500 le richieste irregolari pervenute finora. Più nel dettaglio, stando agli ultimi dati forniti dall'Inps, i beneficiari potenziali complessivi della cassa integrazione, nelle diverse tipologie previste, sono invece 8 milioni e mezzo. All'inizio della settimana i beneficiari ancora da pagare risultavano essere 419.670.
A questi si aggiungono però i lavoratori di cui l'Inps ancora non conosce i dati perché le imprese non li hanno comunicati: per farsi un'idea di quanti siano precisamente è necessario guardare il dato sulle risorse prenotate dalle aziende, che al 4 giugno corrispondevano a 8.410.149 lavoratori. In 7.580.347 risultano essere stati pagati.
nunzia catalfo firma uscita euro
Tolti dunque i circa 420 mila che contano di ricevere oggi i soldi della cassa integrazione, i beneficiari potenziali che potrebbero ancora bussare alla porta dell'istituto di previdenza guidato da Pasquale Tridico sono più o meno 410 mila, anche se non è detto che le aziende utilizzino tutte le risorse prenotate.
LE DOMANDE
Le domande diventano operative solo dopo l'invio del sr41, il modello per i pagamenti diretti dell'Inps, o la denuncia mensile Uniemens, tramite cui le imprese comunicano le effettive sospensioni e i dati delle persone coinvolte, codice Iban compreso. Finora l'Inps ha coperto circa il 40 per cento dei pagamenti. Nella maggior parte dei casi sono state le aziende ad anticipare il denaro con conguaglio Inps.
L'istituto di previdenza ha pagato la cassa integrazione nelle sue diverse tipologie a 3.249.249 lavoratori, le imprese a 4.331.098. Secondo le stime del Centro studi e ricerche Itinerari previdenziali, le aziende che hanno anticipato i pagamenti non torneranno in pareggio prima di agosto. Le domande di cassa integrazione ordinaria pervenute dalle aziende, sempre stando agli ultimi dati aggiornati dell'Inps, sono 423.737 per oltre 4,2 milioni di lavoratori, di cui risultano essere state autorizzate 407.982, sarebbe a dire il 96 per cento.
Quelle per la cassa integrazione in deroga ammontano a 572.718, di cui oltre 80 mila dalla Lombardia e circa 65 mila dal Lazio: il 91 per cento, 520.885 domande, hanno ottenuto semaforo verde. Per l'assegno ordinario ne sono state inviate 181.897 per un totale di 2.683.841 potenziali beneficiari, ma in questo caso l'asticella di quelle autorizzate si attesta all'82 per cento.
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