Estratto dell'articolo di Massimo Basile per “la Repubblica”
Questo ottobre passerà alla storia come il mese degli accordi record nel mondo petrolifero e dello schiaffo alle speranze verdi degli ambientalisti. Dopo l’acquisizione da sessanta miliardi di dollari di Pioneer da parte di Exxon Mobil, la Chevron, secondo gigante petrolifero americano, ha annunciato di aver inglobato Hess, rivale di dimensioni medie, con un accordo del valore di 53 miliardi.
[…]Come nel caso di Exxon con Pioneer, Chevron ha deciso di fare l’investimento più grande vicino a casa, in un momento in cui ci sono tensioni internazionali in Asia, Africa e Medio Oriente. Ma oltre agli Stati Uniti, con un accesso più grande al Bacino Permiano in Texas e in North Dakota, il gigante petrolifero americano ha guardato anche al Sud America: l’acquisizione di Hess rafforzerà la presenza di Chevron nella Guyana, il piccolo Paese stretto tra Venezuela e Brasile, che negli ultimi anni si è scoperto “seduto” su uno dei più ricchi giacimenti petroliferi al mondo al largo della costa.
[…] Gli ambientalisti sono molto critici. «Quello di Hess – ha commentato Cassidy DiPaola, che dirige la campagna della noprofit americana Fossil Free media – è un altro segnale preoccupante di come l’industria dei combustibili fossili non abbia intenzione di rallentare. Accordi come questo ci legheranno per decenni alla dipendenza dei combustibili fossili e alle emissioni di gas serra».