Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”
Un dialogo tra sordi. Così risulta in questo momento lo stato dei colloqui tra il cda di Mediobanca e il principale azionista di Piazzetta Cuccia, la Delfin della famiglia Del Vecchio, con il 20% del capitale.
Nelle intenzioni la lista del cda va presentata entro il 15 settembre e i lavori per la sua formazione sono iniziati la primavera scorsa. Ma [….] non pare ci siano stati avanzamenti concreti per arrivare a una lista condivisa.
[…] il cda avrebbe proposto a Delfin una collaborazione basata su due prerequisiti: che smetta di fare l’azionista attivista e che condivida il piano triennale. Solo se ci fosse un impegno (non si sa in che forma) a rispettare questi due punti allora si potrebbe cominciare a parlare di numero di consiglieri che potrebbero essere riservati al primo socio.
Da parte sua la finanziaria guidata da Francesco Milleri […] nega di aver fatto l’attivista avendo sempre votato a favore di tutte le delibere (a parte alcune sulle remunerazioni), e sta attendendo […] una proposta da parte del cda […] per un pacchetto di consiglieri che non dovrebbe essere inferiore a 5, con la possibilità di indicare un presidente che vada bene a entrambe le parti. Sembra dunque difficile pensare che entro il 15 settembre tutto si metta a posto […]
FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO
E allora cosa può succedere? La strada più probabile, a questo punto, è che venga presentata una lista del cda per la maggioranza e Delfin presenti una lista di minoranza “qualificata”, cioé lunga, non limitata ai soli 3 nomi su 15 che spettano agli azionisti di minoranza (ad Assogestioni, se presenta una lista, spetta di diritto un consigliere).
La lista lunga di minoranza potrebbe essere composta anche da 5, 6 o 7 nomi e avrebbe diritto a inserirli tutti nel caso che risultasse la prima per numero di voti presi in assemblea. […] A quel punto verrebbero eletti tutti i componenti della lista di minoranza che vince, poi quelli della lista del cda (di maggioranza) e quindi quelli della seconda lista di minoranza, se questa viene presentata.
Potrebbe essere questa una situazione avallata dalla Bce? La banca centrale autorizzò la Delfin a salire dal 10 al 20% a patto che si comportasse come un investitore finanziario, senza ambire al controllo della banca […]. Nel caso della lista di minoranza qualificata sembra che la prescrizione sia che nè il presidente nè l’ad possano essere pescati dall’interno di questa lista. Quindi la gestione rimarrebbe in mano a chi è stato indicato dalla lista di maggioranza, cioé quella del cda. Ma il rischio è che la banca diventi molto più difficile da governare, con due blocchi contrapposti e i consiglieri di Assogestioni a fare da ago della bilancia.
In mancanza di un accordo in extremis si potrebbe dunque assistere a una nuova sfida all’ultimo voto nell’assemblea Mediobanca del 28 ottobre […] il cui esito potrebbe modificare in maniera importante la futura governance di Piazzetta Cuccia che ha come azionisti gli investitori di mercato (circa il 45%), un patto al 10,9% ma anche due soci forti come Delfin (20%) e Caltagirone (10%) che vogliono fare sentire la loro voce.
Alberto Nagel Alberto Nagel FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO