HAI VOLUTO LA CRISI? E BECCATE ‘STO SPREAD - IL DIFFERENZIALE CON I TITOLI TEDESCHI BALZA IMMEDIATAMENTE SOPRA 240 PUNTI - L’INDICE FTSE MIB SEGNA -1,94%, ALL SHARE -1,77%. IN DIFFICOLTÀ LE BANCHE; SOSPESE BANCO BPM E BPER PER RIBASSI INTORNO AL 5%, COSÌ COME UNICREDIT, INTESA È SUL -4,5% - SALE SOLO ATLANTIA: SENZA I GRILLINI AL GOVERNO LA CONCESSIONE PER AUTOSTRADE E’ SALVA…

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Mario Sensini per www.corriere.it

 

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La crisi politica mette in agitazione i mercati. Già ieri, annusando le crescenti difficoltà, gli operatori hanno penalizzato i nostri titoli di Stato, con lo spread, il differenziale con i titoli tedeschi, salito da 200 a 210 punti base. In apertura di seduta, immediata, è giunta la prima fiammata della giornata, con il differenziale che è balzato immediatamente sopra 240 (242 alle 11); di riflesso la Borsa di Milano ha aperto in ribasso. Il mercato azionario ha iniziato le contrattazioni in forte calo dopo la crisi di governo e il conseguente peggioramento dello spread. L’indice Ftse Mib segna -1,94%, All Share -1,77%. In difficoltà le banche; sospese Banco Bpm e Bper per ribassi intorno al 5%, così come Unicredit, Intesa è sul -4,5% (qui l’andamento dei mercati in tempo reale).

 

L’eccezione di Atlantia

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In una seduta iniziata con un’ondata di vendite a Piazza Affari, tra i pochi titoli in controtendenza c’e’ Atlantia, che a metà mattina guadagna l’1,7%. Il mercato in questo momento si interroga su quanto la crisi del governo Conte possa incidere sull’annunciata revoca delle concessioni di Aspi a un anno dalla tragedia del ponte Morandi di Genova, tema che è sempre stato un cavallo di battaglia del M5s. Ieri sera, nel pieno del botta e riposta a distanza tra il premier Conte e il vicepremier Salvini sulle responsabilità della crisi dell’esecutivo, su facebook il ministro Danilo Toninelli ha scritto: «Se non revocheremo la concessione ad Aspi, sarà solo colpa di Salvini». Nell’attesa, gli investitori per ora stanno premiando il titolo.

 

Attesa per l’asta dei Bot annuali

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E oggi si annuncia un altro motivo di difficoltà, con l’asta dei Btp annuali per 6,5 miliardi di euro e, soprattutto, il verdetto dell’agenzia di rating americana Fitch sull’affidabilità dei titoli pubblici italiani. Le aspettative non sono buone: in primavera l’agenzia aveva confermato il rating (BBB-), ma con una prospettiva di peggioramento data anche dalla difficile tenuta politica della maggioranza, che ieri sembra essersi rotta definitivamente.

 

Il giudizio di Fitch

Fitch sarà la prima delle agenzie internazionali a rivedere il giudizio sull’Italia. Moody’s si esprimerà all’inizio di settembre, quando probabilmente, se la crisi si concretizzerà in Parlamento, ci sarà un governo in carica solo per il disbrigo degli affari correnti. Uno scenario che preoccupa i mercati, considerata l’entità e la rilevanza politica della prossima manovra di bilancio che attende l’Italia, con in ballo un aumento dell’Iva di 23 miliardi già previsto dalla legge e che rischia di non poter essere disinnescato.

 

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I tassi dei Btp decennali hanno superato ieri l’1,5%, e insieme ai titoli di Stato greci sono gli unici in Europa a offrire un rendimento superiore all’1% (Spagna e Portogallo pagano lo 0,2%, Cipro lo 0,4%). Cosa che almeno alletta i compratori: il Giappone, a giugno, ha acquistato Btp per 2,3 miliardi di dollari.

 

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