1. PARTERRE
Da "Il Sole 24 Ore"
FIXING SULL’EURIBOR, DUE TRADER DI BARCLAYS E DB NELL’INCHIESTA
Dopo mesi sottotono, torna a correre qualche brivido. L’inchiesta del Serious fraud office ha una dinamica speculare a quella della moneta di riferimento: l’euro cala mentere l’attenzione sull’Euribor cresce, come mai prima d’ora. Due traders di Barclays e Deutsche Bank sono stati invitati negli uffici degli inquirenti per raccontare come andavano le cose con il fixing dell’Euribor.
Che ci fosse un serio sospetto di frode lungo le linee del caso Libor è noto, ma è anche vero che l’inchiesta s’è mossa con energia molto minore rispetto a quella messa in campo per scandagliare il benchmark che si riferisce alla sterlina. I due traders sono sospettati di aver contribuito a manipolare il corso dei tassi anche se le due banche preferiscono non confermare nè smentire.
Il caso è pronto per esplodere con analogo fragore del Libor? Troppo presto per dirlo e per immaginare penali ( e licenziamenti) analoghi oltre a quelli già avvenuti. L’indagine è però ripartita e i precedenti – caso Forex incluso - dimostrano che le conseguenze sono imprevedibili. Per Barclays, poi, Euribor ha il sapore di un deja vu. Fu proprio la banca oggi guidata da Anthony Jenkins a riconoscere per prima le proprie responsabilità nel caso Libor e a mettere l’attenzione degli inquirenti sul caso Euribor. (l.mais.)
A2A PRESENTA IN COMUNE LE LINEE DEL PIANO INDUSTRIALE
Aumento significativo degli investimenti, miglioramento della redditività, riduzione del debito, protezione e rilancio della politica di dividendi. Alla presentazione ufficiale del nuovo piano industriale 2015-2020 di A2A manca esattamente un mese, ma ieri – parlando alla Commissione partecipate del Comune di Milano – il presidente Giovanni Valotti ha anticipato i capisaldi di quello che sarà un business plan “realistico e di grande cambiamento”.
Viste le forti difficoltà del mercato elettrico, con domanda e prezzi di energia in costante discesa, gli obiettivi annunciati da Valotti non saranno certo facili da raggiungere. A2A ha una significativa generazione di cassa, ma per sostenere gli investimenti e al tempo stesso limare il debito – fanno notare gli esperti – bisogna generare efficienze senza calcare troppo la mano sui dividendi. Un equilibrio sottile, in particolare per i manager delle ex municipalizzate, con i Comuni sempre più affamati di liquidità per tappare le falle dei bilanci. (Ch.C.)
IVASS E LA DIFFICILE DIFESA DEI CONSUMATORI SULL’RC AUTO
Proprio nel giorno in cui l’Ivass accende un faro sulla pratica seguita da diverse case automobilistiche che offrono ai clienti che acquistano un veicolo nuovo una polizza Rc auto in omaggio, salvo poi lasciare gli utenti privi della classe di merito acquisita prima di partecipare all’offerta (in balìa di premi esorbitanti), l’Uea scrive all’Authority una lettera non certo tenera.
L’Unione Europea Assicuratori, che con il suo dossier aveva stimolato un precedente intervento Ivass nei confronti del proliferare selvaggio dei comparatori di tariffe (rivolgendosi poi anche all’Agcm), fa notare all’Authority il mancato adeguamento dei siti online specializzati alle prescrizioni tassative dell’Ivass ( c’era tempo fino al 31 gennaio 2015). Francesco Barbieri, vice presidente Uea e firmatario della missiva indirizzata a Elena Bellizzi, capo tutela del consumatore Ivass, afferma che permangono gravi inadempienze rispetto alle regole prospettate con possibili profili di illiceità, facendo aleggiare il dubbio tra gli intermediari di una possibile asimmetria sanzionatoria. (Fe.Pe.)
2. SUSSURRI & GRIDA
Dal "Corriere della Sera"
I FONDI IMI-SIR RISPUNTANO NELLE BANCHE DI SAN MARINO
( m.ger. ) L’impronta è quella del tesoro dei Rovelli, i mille miliardi di vecchie lire (680 al netto delle tasse) del lodo Imi-Sir incassati «comprando» la sentenza oltre vent’anni fa. Incassati e nascosti dietro una cortina fumogena di fiduciari, conti bancari cifrati e veicoli societari off shore. Ora un’inchiesta penale della magistratura sammarinese, secondo quel che filtra, ha individuato e bloccato sul conto di una banca del Titano circa 16 milioni di euro che hanno fatto il giro del globo e che sarebbero stati nella disponibilità di Rita Rovelli, una delle figlie del petroliere Nino Rovelli.
Sotto inchiesta per riciclaggio vi sono il sammarinese Luca Simoni, direttore generale della Cassa di San Marino, e gli svizzeri Gabriele Bravi Tonossi e Filippo Dollfus, due professionisti-prestanome inseriti in ruoli chiave anche nel gruppo Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone, ex marito di Rita Rovelli.
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La Cassazione aveva confermato definitivamente nel 2006 con le condanne per corruzione degli avvocati Cesare Previti, Attilio Pacifico, Giovanni Acampora e del giudice Vittorio Metta, che la sentenza era stata pilotata. Un magistrato di Monza, Walter Mapelli, riuscì qualche anno dopo a ricostruire la ragnatela dei trust di copertura, inchiodando i Rovelli a una serie di patteggiamenti. E due anni fa la Procura di Milano aveva sequestrato la villa ad Anacapri di Rita Rovelli, ritenendola parte del «bottino» del ’94.
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A San Marino, nell’inchiesta condotta dal commissario della legge (il nostro pm) Simon Luca Morsiani e coordinata da Alberto Buriani, i fatti vengono fissati tra il 2006 e il 2013. Dagli atti si legge che gli indagati avrebbero riciclato somme che «sapevano essere il provento della corruzione in atti giudiziari perfezionatasi con la sentenza Imi-Sir del 1990». L’ipotesi investigativa si basa anche su una minuziosa informativa dell’Aif, l’Agenza di informazione finanziaria sammarinese.
Il flusso di danaro Svizzera-San Marino si appoggiava sui conti della Lituis Investments di Jersey (isole del Canale) e della Db Trade (Isole Vergini). Per l’Aif c’era «il sospetto che la provvista accreditata sui rapporti intrattenuti con la Cassa di San Marino, potesse avere origine illecita».
GOLDMAN SACHS: POPOLARI PREDE PER L’ESTERO ANCHE POST FUSIONI
(f.mas.) Le banche popolari? Dopo la spinta impressa ai titoli dalla riforma del governo Renzi che le trasforma in spa «non sono più così economiche». Lo sostiene un corposo report di Goldman Sachs, secondo cui il cambio di status giuridico provocherà un’ondata di fusioni tra le ex Popolari, in cui successivamente saranno coinvolte anche le banche estere, «visto che le Popolari, anche post fusione, resteranno piuttosto piccole».
LA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANO
Da gennaio i titoli delle sette banche popolari coinvolte sono saliti in media del 39% e oggi quotano attorno a 0,8 volte il patrimonio netto: un prezzo che riflette la redditività attesa di circa il 7%. Per Goldman Sachs la fusione Bpm-Bper potrebbe realizzare sinergie maggiori rispetto a Ubi-Montepaschi. E soprattutto Bper offrirebbe, tra le Popolari, una maggiore possibilità di crescita considerato che è quella più a sconto se si guardano gli utili stand alone.