Fabio Tonacci e Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Il Dragone si nasconde nei dettagli. Non c'è solo TikTok della cinese ByteDance a impensierire i servizi di intelligence occidentali, per il sospetto che i dati del miliardo e passa di utenti che hanno scaricato la app possano essere raccolti e analizzati dal regime di Pechino per costruire campagne di influenza durante le elezioni o per spionaggio.
Anche lo shopping cinese, soprattutto quello nei settori della Difesa, dell'Energia e delle Telecomunicazioni, condotto sovente tramite società solo in apparenza neutre, è tra i motivi di allarme per il governo italiano. Non per niente nell'ultimo biennio si è registrato il numero record di veti e prescrizioni (496 notifiche solo nel 2021) imposti da Palazzo Chigi sfruttando il cosiddetto golden power per proteggere gli asset strategici.
Repubblica in questi mesi ha condotto un'inchiesta con Datenna, azienda olandese che monitora i movimenti delle compagnie cinesi tramite fonti aperte (Osint - Open source intelligence). Datenna ha individuato una serie di acquisizioni di aziende strategiche da parte di compagnie cinesi, le quali a loro volta sono collegate in vari modi con il governo. I dettagli di cui si diceva. La maggior parte di queste compravendite sono state bloccate o, comunque, regolamentate in modo stringente grazie al golden power. In taluni casi, però, il sistema di autoprotezione non è ancora intervenuto.
Emblematica è la storia che riguarda la Famà Helicopters, azienda specializzata nella produzione di elicotteri ultraleggeri. Come emerge dagli atti analizzati da Datenna, la cinese Duofu International Holding Group nel 2022 non solo ne ha acquisito gli impianti di produzione, ma anche il suo dipartimento di ricerca e sviluppo, il know how e i diritti di proprietà intellettuale.
«Osservando la struttura societaria - spiega Datenna - si nota che Duofu International Holding ha la piena proprietà di Wenzhou Dover Aviation Industry Group Co. e di altre tre filiali che operano nel settore dell'aviazione. Anche se l'accordo è stato concluso nel campo dell'aviazione civile, la Cina punta ad aumentare l'interazione tra ricerca civile e settori commerciali e la loro applicazione militare attraverso un piano strategico denominato Military-Civil Fusion. Gli investimenti che sono stati recentemente conclusi nel settore dell'aviazione, tra cui uno con Airbus, sottolineano la volontà cinese di raggiungere l'indipendenza nella catena produttiva».
Il punto è che la Duofu ha avuto direttamente collaborazioni con entità governative del regime cinese. In un'area di sviluppo, quella dell'aviazione, centrale nella strategia militare di Pechino. Delle 496 notifiche emesse dalla presidenza del Consiglio nel 2021, 51 riguardano compravendite di tecnologia nella Difesa, 20 nel 5G, 425 nell'Energia, Trasporti e Comunicazioni.
Ovviamente non tutte coinvolgono aziende cinesi, ma una parte sempre più consistente in questo shopping la sta giocando Pechino. Il governo italiano ha posto il veto alla cessione di rami aziendali della Applied Materials Italia, che tratta in semiconduttori, circuiti integrati e la stampa serigrafica per la materializzazione delle celle solari. L'acquirente che si è presentata con una proposta di aumento di capitale, la cinese Zhejiang Kesheng Intelligent Equipment Company, era in realtà un veicolo di investimento costruito ad hoc per portare a termine l'operazione.
«Il piano prevedeva l'investimento di 120 milioni di dollari per prendersi il business delle apparecchiature per la stampa serigrafica di Applied Materials », osservano gli analisti di Datenna. «Il settore semiconduttori si inserisce perfettamente negli obiettivi dettati dal piano nazionale "Made in China 2025": raggiungere l'indipendenza nella produzione dei semiconduttori e slegarsi dalla dipendenza dall'estero». Come? Con lo shopping nel nostro Paese.